"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 31 luglio 2011

La Domenica con Gesù XVIII. La moltiplicazione dei pani e dei pesci

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.


"...Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione..."

Ad una lettura complessiva del brano, si coglie immediatamente il modo di procdere narrativo di Matteo.

Al centro del testo non c'è tanto la singolarità straordinaria del prodigio dei pani moltiplicati, quanto la persona di Gesu' e la relazione che Egli cerca e vive sia con la folla, sia con i discepoli.

Vi si possono distinguere tre scene.

La prima: Gesu' e la folla. Matteo ricostruisce con sobrietà, eppure con intensità, il rapporto e l' incontro tra Gesu' e la folla. Secondo Matteo, relativamente a Gesu', la folla viene presentata come interessata agli spostamenti del Maestro, al punto che essa lo precede e lo attende nel luogo deserto, tanto da provocare la sua sorpresa, la sua commozione e i suoi interventi guaritori sui malati.

La seconda: Gesu' e i discepoli. Sarebbe qui il caso di confrontare il testo di questa scena, con i testi paralleli di Marco, Luca e Giovanni.

Nella varietà narrativa di ciascun vangelo, emergono,comunque, due elementi comuni:

a) i discepoli non sono commossi come Gesu' e gli propongono l'unica soluzione di licenziare la folla.
b) Gesu' li "provoca", dicendo loro di provvedere essi stessi, ottenendone, cosi', una duplice reazione: la dichiarazione della loro inadeguatezza a provvedere a favore della folla; la consegna di quel poco che hanno di proprio.

Il Signore non ci chiede soluzioni a problemi, che non fossero alla nostra portata, bensi', chiede di accettare il proprio limite e di condividere, con chi è nella difficoltà,quel poco che si ha.
La terza: il segno della convivialità. Matteo non ha dato risalto alle guarigioni compiute. Egli mette in evidenza, invece, come Gesu' sia vicino ai malati,si prenda cura di loro e li guarisca.
In particolare, alcuni versetti della pagina evangelica, ci fanno cogliere,pur nella loro sobrietà, un segno tanto caro al Gesu' storico: la convivialità.
Infatti, soltanto Matteo conclude l'incontro con la folla, di cui ha guarito i malati, con un pasto.
Tra le accentuazioni, che il racconto matteano della moltiplicazione dei pani evidenzia, colpisce la "distanza" notevole tra Gesu' e i discepoli rispetto ai bisogni della folle.
L'orazione dell'odierna celebrazione sintetizza, ottimamente, questa interpretazione con le parole, che vale la pena riportare: "O Dio, che nella compassione del tuo Figlio verso i poveri e i sofferenti manifesti la tua bontà paterna, fa' che il pane, moltiplicato dalla tua provvidenza, sia spezzato nella carità, e la comunione ai tuoi santi misteri ci apra al dialogo e al servizio verso tutti gli uomini".

                                                                                                  Anthony Cansas

Nessun commento: