"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 30 ottobre 2011

Giovanni Piazza sull'Orologio di Palazzo di Città

Sempre in tema di Orologio, quello di Palazzo di Città, l’amico poeta Giovanni Piazza ci trasmette una Poesia in lingua siciliana che di seguito riportiamo:
L'Orologio di Palazzo di Città
.
Chistu mostra chiaramenti,
munnu ha statu e munnu è,
formidàbbili e putenti
ma canazzi a tinchitè
.
 
e dulìa di vecchi tempi
è rimpianta gioventù,
ca sti tristi malesempi
ciàna statu e ancora su'.
.
Dici: e allura, nun c'è spranza?
Nun c'è nuddu ca tistìa
ca nun sia pi propria panza?
Sulu sogni e camurrìa?
.
E la tiri oggià l'ammutti
penza sulu pi nni tia
tantu Diu pirduna a tutti
quattru gloria eccusissìa?
                                                    .
Mai Maria! Pirchì la lotta
pi cunvinta cunvivenza
nun si vinci a prima botta
ma cu 'mpegnu e cu 'nsistenza.
.
Epperciò risulta chiaru
ca u rr'logg o è fermu o gira
si nun c'è cuntrollu sparu
la sustanza è sempri nira.
.
U rr'logg, amicu caru,
nunn'è sulu do' cucù,
tu, l'è fari u rr'luggiaru,
la pulitica si' tu!
                                                                                                                                  Giovanni Piazza

1 commento:

Anonimo ha detto...

E allora mi commento da me!
In primis in primis, perché un commento non lo si nega a nessuno, nemmeno a sé stessi.
In secundis, perché approfitto per ringraziare il Comitato ed il suo Presidente e tutti i collaboratori, per lo spazio che hanno graziosamente deciso di concedere a questa supposta mia (supposta, nel senso che è posta sopra a stu commento).
E tertium, stavota datur, per spiegare meglio, considerato che sta puisia comincia con un “chistu mostra chiaramenti”, che Gaetano Masuzzo (ciao) aveva affermato, postando la poesia del nonno, che i problemi e le camurrie politico-traffichine ci sono sempre state.
Ed io ci misi la firma confirmatoria, dicendo che “munnu ha statu e munnu è”, e che i nostri ricordi dei tempi andati, sempre percepiti come mooolto migliori degli attuali, non sono che rimpianti di gioventù.
Eppoi, affermando che u rr’dogg è di tutti, ci misi l’ammutto alla speranza ed alla voglia di partecipare.
Ecco.
E il mio commento è questo:
ciao.
E pi bonpisu ci iunciu un “salutamu e baciamo le mani.
Giovanni Piazza
p.s.adesso "u rr'dògg" l'ho scritto correttamente e se i quattro dell'Ave Maria chiazzisa e gallitalica, Testa - Todaro - Libertino - Platania, vorranno perdonarmi, avrò il piacere reale di offrir loro un cafè virtuale.