"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 19 febbraio 2012

La Domenica con Gesù, VII del Tempo Ordinario

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.  


I Lettura. "...Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche ! Ecco, io faccio una cosa nuova..." Is 43, 18-19. 21-22. 24b-25
Sal 40.  " Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono. "
II Lettura. "Tutto in Lui è stato "sì ". 2 Cor 1, 18-22
Vangelo. " Ti sono perdonati i peccati..."


Nel primo capitolo di Marco abbiamo assistito ad una serie di fatti, che hanno segnato un interesse crescente per la persona di Gesù. Solo che la gente si è fermata, semplicemente, all'aspetto esterno delle cose, non è andata al di là, con lo sguardo della fede.
 Le persone, infatti, sono ancora all' oscuro sulla persona e l'opera di Gesù. Adesso, invece, con la guarigione del paralitico,  inizia una serie di controversie, attraverso le quali si precisano due prese di posizione su Gesù stesso: 1) L'ostilità degli scribi e dei farisei e la fede, che permette alla gente di capire la vera identità del Signore.
 Proprio la guarigione del paralitico segna un passo avanti nella rivelazione del mistero di Gesù. Il brano è composto da due parti: a) la guarigione del paralitico; b) la discussione, con gli scribi, sul suo potere di rimettere i peccati.
 I portatori del paralitico si rendono conto che la gente è così numerosa, che è impossibile arrivare a Lui. Decidono, quindi, di salire sul tetto e calare il paralitico dall' alto, perché Gesù lo guarisca.
 L'attenzione del lettore è orientata, così,  gradualmente, su Gesù, vero centro della narrazione. Notiamo che egli osserva gli atteggiamenti del malato e dei portatori e ne coglie la radice profonda: "...la loro fede". Proprio per questo si interessa, immediatamente, del malato, chiamandolo "figlio". Prima, però , interviene ad un livello più profondo con le parole: " Ti sono perdonati i peccati".
 Con questa frase, Gesù proclama apertamente uno degli aspetti essenziali della sua missione e della sua persona: Egli ha, cioè, l' autorità di rimettere i peccati.
 Qui, appare più chiaro il messaggio di Gesù: il tempo presente è tempo di grazia, è opportunità di ricominciare, anche dopo l'errore, lo smarrimento e il peccato dell'uomo. Gli scribi, presenti all'evento, pensano, in cuor loro,che Gesù stia "bestemmiando", perché, giustamente, ritengono che l' unico, che possa rimettere i peccati, sia Dio.
 Ma ecco che Gesù in persona, con sorpresa di tutti, risponde ai loro interrogativi, dicendo: Che cosa è più facile, dire al paralitico : "Ti sono perdonati i peccati", oppure dire : "Alzati, prendi la tua barella e cammina" ?
 L'efficacia della parola di perdono dei peccati non è visibile, né constatabile; ma dire ad un paralitico "alzati e cammina" è un fatto che tutti possono verificare.
 La guarigione del paralitico diventa, allora, la prova tangibile che Gesù' ha in sé un potere,che viene dall' alto, che gli permette di perdonare i peccati: " Perché sappiate che il Figlio dell' uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra..." alzati, prendi la tua barella e va' a casa tua".
 L'intento dell'evangelista è quello di affermare che, come il paralitico, in forza della parola di Gesù', è guarito, così il peccatore, in forza della stessa parola, è perdonato.
 Tuttavia, nel tempo presente - tempo di grazia e di misericordia- il Figlio dell' uomo si avvale della sua autorità, non per punire il peccato, ma per dare salvezza e perdono a chi crede in Lui.
 Marco conclude la narrazione, notando che la gente comincia ad interrogarsi sull' identità di Gesù e dice: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!"  Come possiamo osservare, lo stupore dei presenti diventa il primo passo verso la fede.
 Questa indimenticabile pagina del vangelo ci dà la certezza che Dio offre, sempre, la possibilità agli uomini di ricominciare la relazione con Lui.
 Il paralitico è un uomo "bloccato" dalla malattia. La guarigione lo rimette in piedi e gli consente di riprendere la relazione con il mondo. Il peccato, invece, blocca l' uomo nell' egoismo, nell' orgoglio e nella solitudine.
 Il perdono lo libera e gli consente di fare nuovi progetti. Proprio per questo, Dio ha inviato Gesù a spezzare il pane  del perdono.
 Così, la vita diventa una bella "avventura", perché è sempre possibile, ogni mattina, aprendo gli occhi, affermare: Oggi ricomincio.
 Ma, è, veramente, possibile ricominciare sempre ? Sì, è possibile, per chi si appoggia a Dio, il quale, attraverso il profeta Isaia, dice: " Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche !  Ecco, io faccio una cosa nuova "( Is 43, 18-19 ) .

 Il suo perdono permette sempre di ricominciare. Nessun male e nessun peccato sono irreparabili. Ciò che Gesù ha detto al paralitico: " Ti sono perdonati i peccati", lo ripete a chiunque si accosti a Lui con cuore pentito. Ciò non vuol dire che Dio faccia finta di non vedere e ci lasci così come siamo. Con il perdono, il Signore ci ricrea. Ci dà " un cuore nuovo e uno spirito nuovo" ( Ez 36, 26), capace di trionfare sul male e di mantenerci nella sua amicizia.
 Né questo significa che Egli faccia tutto da solo, senza il  coinvolgimento del peccatore. Anzi, è bene ricordare che senza la nostra collaborazione, come, opportunamente, scrive Sant'Agostino, non ci può essere salvezza: " Dio, che ti ha creato senza che tu lo voglia, non ti salva senza che tu lo voglia". E non è un bisticcio di parole.
                                       Mons.   Antonio Scarcione 

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