"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 3 marzo 2012

La Domenica con Gesù, II di Quaresima

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.  

I Lettura. "Abramo,...prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, ...e offrilo in olocausto su di un monte..." Gen 22,1-2. 9a.10-13.15-18
Salmo. "Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi" . Sal 115/116
II Lettura. "Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi ? Rm 8,31b-34
Vangelo. ..."Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte...Fu trasfigurato davanti a loro...e le sue vesti divennero bianchissime..."   Mc 9,2-10

  L'episodio della trasfigurazione (= trasformazione: lo splendore divino di Gesù appare per qualche istante durante la sua esistenza terrena) è centrale in tutti e tre i vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca). Infatti, l'antico racconto apostolico si articola in due parti: la prima si svolge in Galilea e la seconda a Gerusalemme.
 Nella prima parte, domina il successo di Gesù, che ha un grande seguito di folla, mentre, nella seconda, si assisterà a momenti di crisi: molti non si sentono più di seguirlo.
 Perché, dopo la predicazione iniziale, accolta da essi, forse superficialmente, adesso bisognerà fare la difficile scelta della sequela di Gesù, sul serio.
 Proprio l'evento del monte segna lo spartiacque tra il trionfo e la crisi, ecco perché la trasfigurazione è ritenuta fondamentale.
 - E' una catechesi sul cammino di fede. Tutte e due le parti del vangelo di Marco culminano nella professione di fede sulla divinità di Gesù: quella di Pietro ( "Tu sei il Cristo" ) e l' altra, quella del centurione romano ( "Davvero quest' uomo era figlio di Dio ! ").
 Dopo la confessione di Pietro, Marco tratteggia la sofferenza, la morte e resurrezione del Signore; successivamente ci presenta la sua trasfigurazione.
 Appare, quindi, evidente che, nelle parole di Pietro, c' è già un primo riconoscimento della divinità di Gesù. Rimane, però, negli apostoli, l' opinione, allora molto diffusa, che il Messia sarebbe stato un re potente e un politico.
 Conseguentemente, essi sperano di diventare grandi ministri del suo governo. Gesù, invece, non ha scelto di essere quel tipo di Messia, Salvatore. Per di più, spiega a loro che comandare equivale a servire. Devono, quindi, anche loro scegliere questa via.
 - E' un racconto teologico. L'episodio inizia e termina con un insegnamento ai discepoli. L'affermazione, "vi sono alcuni che non moriranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza", serve a spiegare l'esperienza (la trasfigurazione di Gesù), fatta da Pietro, Giacomo e Giovanni, i quali, prima di morire, hanno visto il regno di Dio, di cui la stessa trasfigurazione è un 'anticipazione.
 La catechesi conclusiva, in particolare, ( "ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo la resurrezione del Signore" ) mette in stretto rapporto la trasfigurazione con la futura resurrezione di Gesù, che i discepoli, al momento, non riescono a comprendere.
 Marco, nel narrare la trasfigurazione, ha inteso, così, esprimere un significativo collegamento con la resurrezione del Signore.
 Nella presentazione della scena, emerge, chiaramente, la descrizione delle vesti..."divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio potrebbe renderle così bianche..."
 La frase contiene importanti elementi teologici: " rendere così bianco", è impossibile, certamente, ad un operatore umano sulla terra...poiché, come dice Marco, quello splendore delle vesti è un fatto sovrumano, divino.
 La narrazione fissa, comunque, un fatto storico, che segnò un' esperienza "mistica" ( indicibile, quindi), che Pietro, Giacomo e Giovanni vissero con Gesù, durante un momento di preghiera. Esperienza notevole, che divenne totalmente chiara solo dopo la risurrezione.
 - Qual è il senso della trasfigurazione. Questo episodio svolge un ruolo fondamentale nella catechesi cristologica. Esso è un testo sul modello dell' Esodo, che rappresentava Mose' durante l' incontro con Dio nella nube luminosa.
 Certamente, il monte della trasfigurazione richiama il monte Sinai. Anche Gesù, nuovo Mose', sale sul monte, non tanto per parlare col Signore, quanto, per rivelarsi come Dio.
 Anche le Scritture ( rappresentate da Mose' ed Elia ) confermano, quindi, che la scelta della via della croce è secondo il progetto di Dio.
 L' Antico Testamento rende, altresì, testimonianza a Cristo: così, nella nube i discepoli, increduli, come eredi di Mose' ed Elia, vedono la gloria di Dio brillare sul volto umano di Gesù e capiscono che lui ha ragione.
 Notiamo che sul monte si ripete la scena del Battesimo, in cui la voce celeste aveva rivelato: " Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto " ( Mc 1, 11 ).
 Allora, però, la rivelazione era rivolta a Gesù stesso e a Giovanni Battista; adesso, invece, la voce dal cielo diventa la divina testimonianza per i discepoli nella scelta e accettazione di un Messia, che andrà verso la morte.
 La rivelazione, in questo caso, aggiunge un imperativo: "Ascoltatelo ! ".  Ma, chi devono ascoltare? Certamente, colui che ha detto:"Io devo soffrire molto" e "chi mi vuol seguire deve rinunciare a sé stesso e ai propri progetti."
 I tre apostoli vengono, così, misteriosamente, introdotti nell'affascinante relazione delle tre persone divine e scoprono quanto sia bello "essere con il Signore".
                                                
                                                                                    Mons. Antonio Scarcione    


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