"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 13 maggio 2012

«I blog non sono stampa clandestina» La Cassazione assolve Carlo Ruta.


VIA IL BAVAGLIO
Una buona, ottima notizia che abbiamo appreso questo venerdì, 11 Maggio 2012 che di seguito riportiamo integralmente, per i blogger e il popolo del web. 

Il blogger Carlo Ruta

I blog non possono essere assoggettati alla legge sulla stampa del 1984.
Lo ha sancito la terza sezione della Corte di cassazione l'11 maggio, assolvendo con formula piena Carlo Ruta, blogger che era stato condannato in primo e in secondo grado per il reato di stampa clandestina.
La sentenza ha subito assunto un'importanza fondamentale nella legislazione del web e si è basata sul principio per cui i blog non hanno l'obbligo di registrarsi presso il tribunale come testata giornalistica, a patto che non ricevano finanziamenti pubblici.
RUTA: «LA FINE DI UN INCUBO». Da parte sua Ruta ha accolto la notizia con sollievo: «È la fine di un incubo iniziato sette anni fa», ha commentato, mentre il suo difensore, Giuseppe Arnone ha dichiarato: «Questa sentenza è importante perché fa giurisprudenza, traccia la strada in un settore ancora non regolamentato».
La decisione della corte presieduta da Saverio Felice Mannino si è trasformata in una risposta naturale alle dichiarazioni del ministro della Giustizia Paola Severino, che lo scorso 26 aprile aveva parlato della pericolosità dei blog, suggerendo di reprimerne se non l’uso almeno l’abuso.
Nel frattempo l'Agcom sta organizzando un regolamento sul diritto d’autore in Internet, altra grande tematica legata alla libertà di espressione e di informazione.
La Difesa: «La legge del 2001 vale solo per chi riceve finanziamenti pubblici»
Il blogger era stato denunciato sette anni fa dall'allora procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, per avere criticato il modo in cui erano state condotte le indagini su due omicidi compiuti nella città a distanza di pochi mesi.
Fera era riuscito a far condannare Ruta per diffamazione e a ottenere l'oscuramento del blog incriminato, facendo nascere la contestazione del reato di stampa clandestina.
IL BLOGGER DOVEVA PAGARE 150 MILA EURO DI MULTA. La tesi accusatoria si basava sul principio secondo cui, essendo il sito aggiornato periodicamente, corrispondeva nell'essenza a un giornale ed era da sottoporre alla legge sulla stampa.
La tesi è stata accolta nel 2008 dal giudice Patricia di Marco a Modica e nel 2011 dalla Corte d'appello di Catania, che ha condannato Ruta a una multa di 150 mila euro.
La tematica è in effetti delicata perché chiama in sé la questione della libertà di espressione su Internet e il problema di una legislazione ancora troppo incerta.
NECESSARIO COPRIRE UN VUOTO LEGISLATIVO. Non appena Ruta era stato condannato i blogger italiani avevano infatti sollevato una poderosa protesta, soprattutto perché la sentenza in secondo grado aveva rivelato il vuoto legislativo in materia.
Ma la linea della difesa davanti alla Cassazione si è rivelata vincente.
Nell'arringa l'avvocato ha infatti sostenuto: «Imporre un giornalista come direttore responsabile ad ogni blog significherebbe sterminare gli stessi blog: pochi potrebbero sopportarne il costo».
Arnone ha poi aggiunto: «È vero che una legge del 2001 prevede che i notiziari Web siano registrati come testata, ma questo obbligo riguarda solo quei notiziari che chiedono finanziamenti pubblici e che pertanto devono avere una consistenza strutturale».
La tesi ha convinto i giudici della Cassazione che hanno emesso una storica sentenza, definita dalla difesa come ricca di «buon senso» e aperta «ai valori della libertà di pensiero e di espressione».




Nessun commento: