"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 26 maggio 2012

La Domenica con Gesù, Pentecoste

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale. 
  
I Lettura.  " ...Si trovavano tutti insieme nello stesso luogo..."
                At 2,1-11
II Lettura. "...Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace
                     ..." Gal 5, 16-25
 Vangelo.  "...Lo Spirito della verità,che procede dal Padre,
                Egli darà testimonianza di me..."

La Pentecoste è l'evento, che celebriamo 50 giorni dopo della  Pasqua. Al centro della riflessione c'è lo Spirito Santo, il Paraclito (= Para-kletòs, in greco, colui che è "chiamato vicino" all'uomo; in latino, ad-vocatus, avvocato difensore presso il Padre; Spirito della verità), che si manifesta attraverso alcuni segni: la casa (= simbolo di interiorità e di accoglienza, dove si trova riunito un gruppo di uomini e di donne); il vento (= che porta il polline di primavera, folate di dinamismo e di futuro, fa nascere "i cercatori d'oro", apre nuovi orizzonti e fa pensare in grande); il fuoco (= che tiene accese in noi fiammelle d'amore, sorrisi, capacità di perdonare, voglia d' amare e di vivere).
 - Il punto di partenza: una forza, venuta dall' alto. Luca coglie bene la connessione tra questi accadimenti e quelli occorsi al popolo eletto sul Sinai (al momento del dono dei Comandamenti a Mosè).
 La venuta dello Spirito Santo sorprende per le caratteristiche di:
 - un Dono, che supera l' immaginazione e le previsioni di chi lo riceve;
 - una Forza che spinge i credenti ad uscire dal chiuso, per affrontare la piazza, tutte le piazze degli uomini;
 - un Inizio nuovo, legato all' avventura missionaria della Chiesa. Lo Spirito, appunto, trasforma i cuori, cambia la realtà e offre possibilità inedite:
 - Gli Apostoli, prima timorosi e chiusi nel Cenacolo, adesso, escono, prendono la parola con forza e decisione, perché, ormai, non possono più tacere quello che è accaduto;
 - Le barriere, che separano gli uomini, vengono abbattute, ma non secondo l' illusione della torre di Babele (= un'unica lingua al servizio di un sogno di potere e di unità, in cui le differenze sono annullate). 
 L' unità tra gli uomini, ora, è, invece, ritrovata nel rispetto delle diversità.
 - Anche la dispersione degli apostoli non è più una debolezza, ma rappresenta una forza insperata per tutta la Chiesa; essa non è più solida, quando è compatta sotto un' unica cultura e un' unica lingua, ma quando si lascia guidare dallo Spirito e parla le lingue di tutti gli uomini, annunciando l'unico Vangelo nelle diverse lingue.
 - La trasformazione dei cuori è frutto dello Spirito.
 Dai segni prodigiosi (I Lettura) siamo condotti a riconoscere, grazie a Paolo (II Lettura), l'azione dello Spirito, egli, infatti, opera un cambiamento ed una trasformazione.
 In tutto questo, cos' è determinante? Certamente la docilità, il lasciarsi "guidare, cioè, dallo Spirito".
 - Non dal proprio egoismo (chiusura a Dio e ai fratelli);
 - Non dal calcolo, che ci conduce a spendere energie solo per i nostri interessi; proprio San Paolo, realisticamente, ci fa toccare con mano gli effetti negativi delle scelte errate (come il mettere sé stessi al centro di tutto).
 Al contrario, la guida dello Spirito produce un "frutto" globale, che trasfigura tutti gli aspetti della nostra esistenza.
 Quindi, tutto quello che elenca Paolo nella Lettera ai Galati non è semplicemente un ideale, bensì, concretamente, amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dono di sé.
 - La necessità di narrare. Chi fa l'omelia "è tenuto a raccontare" in prima persona l'evento. Cosa può dire? Sicuramente tutto ciò che Paolo ha indicato e che costituisce il "tesoro" di quella comunità.
 Si tratta di scoprire, precisamente, una santità feriale, un'eroicità del quotidiano, spesso ignorata. Ad es., la fedeltà all'amore coniugale, che tiene unita una famiglia pur nella tempesta; l'affetto a ragazzi abbandonati, le cure ad un malato terminale, la consolazione e la speranza ad un anziano.
 La gioia e l' entusiasmo, che hanno spinto molti giovani ad impegnarsi in progetti nobili e grandi.
                                         
                                                                                      Mons.  Antonio Scarcione  

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