"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 14 ottobre 2012

La domenica con Gesù, XXVIII del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.
 
 I Lettura. "...Pregai... implorai e venne in me lo spirito di sapienza. Stimai un nulla la ricchezza...non la paragonai neppure ad una gemma inestimabile... tutto l'oro al suo cospetto è come un pò di sabbia...come fango l' argento". Sap 7, 7-11
 II Lettura. " La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di una spada a doppio taglio...essa penetra fino alle giunture e alle midolla". Eb4,12-13
 Vangelo. "...Maestro buono, che cosa devo fare, per avere in eredità la vita eterna ? Tu conosci i comandamenti... Tutte queste cose le ho osservate...Una sola cosa ti manca: Va', vendi quello che hai...e vieni ! Seguimi ! ..." Mc 10,17-30

 Il vangelo di oggi contiene un invito a mettersi alla sequela di Gesù. L' episodio dell' uomo ricco riprende il tema della rinuncia a sé stessi, per poter entrarer nel Regno.
 L' interlocutore si rivolge a Gesù e gli dice: "Maestro buono, che cosa devo fare, per avere in eredità la vita eterna ?  Al termine dell'incontro, Gesù tenterà di far capire che Lui è l'unico Maestro, l'Assoluto, il Bene sommo.
Intanto lo invita ad osservare i comandamenti...L' altro risponde di averli "osservati" fin dalla giovinezza, ma, come afferma il Signore, questo non è sufficiente, perché gli manca qualcosa: la sequela di Gesù. Gli manca proprio il rapporto con Lui, il solo che può dare " un tesoro in cielo".
 E gli dice : "Và, vendi quello che hai e dallo ai poveri ". Il ricco, però, non riesce a fare questa scelta decisiva, perché i beni, che possiede, fanno da diaframma tra lui e il Maestro. Quindi, "se ne andò rattristato". Quel ricco, in verità, non ha capito chi sia veramente Gesù, non ha compreso che Egli è il dono di Dio, per eccellenza, agli uomini, né quanto sia prezioso il suo Regno. Ha perduto un' occasione d' oro, che poteva dare una svolta decisiva alla sua vita.
 La tristezza, che subentra in lui, denota che le parole di Gesù hanno colto nel segno. L' uomo, sbagliando, crede di trovare la felicità nelle ricchezze, ma egli, come dice Sant' Agostino, "è fatto per Dio e non trova pace se non in Lui". Presumiamo di possedere le cose, ma in realtà ne siamo posseduti, anzi "schiavizzati". La tragedia del ricco è quella di ritenere che la religione consista in un insieme di proibizioni da rispettare.
 In questa famosa pagina del vangelo di Marco notiamo, invece, che la fede in Dio non si esaurisce nell'osservanza di qualche precetto. Perché il cristianesimo non può essere ridotto ad una morale.
Il cristianesimo, infatti, non è una dottrina, bensì una persona, quella di Gesù. Egli è la perla preziosa, che il mercante, avendola trovata, va, vende tutti i suoi averi e la compra. La perla è il Cristo, che si identifica con il Regno (= la salvezza). Il commento dell' incontro di Gesù col ricco si può riassumere così la ricchezza rende difficile, se non impossibile, la salvezza.
Appare, quindi, fondamentale   la domanda dei discepoli: " Signore, chi può essere salvato ? " Gesù', così conclude: la salvezza è possibile solo come dono di Dio, che si ottiene per fede. Segue un altro breve dialogo; Pietro interviene d' istinto e risolleva l' atmosfera pesante, che si era creata.
 Gli apostoli si sarebbero sentiti "complessati", di fronte al rifiuto del ricco, a seguire Gesù ed avere, pure loro, dei ripensamenti. Invece, Pietro ricorda, con orgoglio, a Gesù che lui e gli apostoli lo hanno seguito, lasciando tutto. Gesù riafferma con amore a loro  e a quelli che lo avrebbero seguito, il centuplo e "la vita eterna". 
                                                                                                                                                                                                               Mons. Antonio Scarcione

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