"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 10 novembre 2012

La domenica con Gesù, XXXII del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.
I Lettura. ..." Elia disse alla vedova: Non temere, prepara una piccola focaccia per me, per te e per tuo figlio...la farina della giara non si esaurirà ..." 1 Re 17, 10-16
 II Lettura. ..." Cristo...,nella pienezza dei tempi, è apparso, per annullare il peccato, mediante il sacrificio di sè stesso..." Eb 9, 24-28
 Vangelo. ... " Venuta una vedova povera, vi gettò due monetine...In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri...Lei vi ha gettato tutto quello che aveva..." Mc 12, 38-44

 Il vangelo di questa domenica si articola in due momenti: il primo è costituito dalla fine delle discussioni, animate, tra Gesù e i capi del popolo; il secondo, invece, è caratterizzato da un esempio concreto di vero amore verso Dio. Il linguaggio di Gesù nei confronti dei capi del popolo è spesso duro e talvolta di sfida ; Egli ha, infatti, "graffiato" , coraggiosamente, scribi e farisei, per smascherarne l' ipocrisia, la vanità e la cupidigi e aiutare, così, la gente semplice ad aprire gli occhi.
 Vediamo che il Maestro, puntualmente, rimprovera agli scribi un' osservanza religiosa, priva di sincerità ed interiorità e di desiderare, inoltre, i primi posti. A tutto cio' si aggiunga la denuncia esplicita : "Divorano le case delle vedove". Notiamo che, subito dopo, entra in scena una povera vedova. Gesù, quindi, dopo di aver "rovesciato dai troni i potenti" (scribi e farisei), adesso innalza gli umili, prendendo ad esempio la "vedova povera". Questa donna povera, vedova ed umile è una delle poche persone, che non sanno che cosa siano l'invidia e l'ipocrisia. Ella è soltanto una persona, che si reca al tempio e lì compie il gesto massimo della sua offerta: getta nel tesoro quanto le è essenziale per vivere, le uniche due monetine. Il gesto, compiuto dalla vedova, è insieme una preghiera e un atto di amore.
 L' offerta, in sé, è piccola ed insignificante, ma è il dono totale. Gesù l'ammira e la loda: " Questa donna, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri."
 Il messaggio, che il Signore vuole dare, è evidente: "La vera religiosità consiste  nel donarsi a Dio, nel mettersi totalmente nelle sue mani". Questa donna non ha dato il suo superfluo, bensì, tutto quello che aveva, forse quanto, quel giorno, le occorreva per il proprio sostentamento.
 E' vero, Dio non misura i comportamenti col nostro metro, non calcola in cifre quello che doniamo, lo misura invece in termini di amore. Del resto, anche la vedova di Zarepta di Sidone, (nell'altrettanto famosa pagina del 1 Libro dei Re), che, con l'ultimo pugno di farina, fece un pane per il profeta Elia, è sulla stessa linea del dono.
 Come giustamente afferma lo scrittore libanese, Khalil Gibran, "Ci sono alcuni che danno poco del molto che hanno (e per essere ricambiati), e questo desiderio segreto (di essere ricambiati) avvelena il dono. Ci sono altri, invece, che hanno poco e quel poco che hanno lo danno tutto. Essi credono nella vita e nella sua generosità, e le loro mani non sono mai vuote".
 Perché un gesto sia autentico, esso deve partire dal cuore. Purtroppo, capita spesso che le apparenze prendano il sopravvento, rispetto alla realtà interiore. Oggi, si tende, infatti, all' apparenza, al "ciò che dice la gente". Ma agendo così, portiamo in giro una maschera ipocrita, anziché il nostro vero volto. Perché il vangelo ci vuole "veri". 
                          Mons. Antonio Scarcione

Nessun commento: