"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 9 dicembre 2012

La Domenica con Gesù, II di Avvento

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

I Lettura. "...Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto...perchè Dio  ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria..." Bar 5, 1-9

II Lettura. "...Prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento..." Fil 1, 4-6. 8-11

Vangelo.  "...Nell' anno quindicesimo dell' impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore...la parola di Dio venne su Giovanni... nel deserto..." Lc 3, 1-6 



L' Avvento ci sollecita a sostare, per meglio  preparare la strada al Signore, che viene. La Parola, scesa nel deserto su Giovanni, figlio di Zaccaria e figlio del miracolo, genera il futuro. Dio sembra "giocare" con la storia degli uomini: privilegia il debole, chi non conta nulla. Giovanni è povero nel cibo e nel vestito, ma è un uomo libero da condizionamenti e compromessi. Raggiunto dalla Parola, l' unica sua forza è costituita dalla voce. Il messaggio è semplice, ma radicale.
 Giovanni è una voce: Cristo è la Parola. " La voce dà corpo alla parola, la parola dà senso alla voce" (S. Fausti ).
 - Nel deserto. Non i palazzi, il trono, il tempio, ma il deserto è il luogo, dove Dio può essere ascoltato, accolto e abbracciato. Nel deserto le sicurezze umane svaniscono. Quel luogo richiama i 40 anni di ricerca della terra promessa, aiuta a camminare insieme, condividendo acqua, cibo e difficoltà. Nel deserto c' è silenzio, nulla distrae; sono agevoli la meditazione e la preghiera. Noi fuggiamo il " deserto", perchè abbiamo paura di pensare alle grandi domande della vita. Solo nel silenzio può risuonare la Parola che scuote, guida,consola ed educa. Carlo Carretto consigliava di creare il " deserto nella città" , cioè un angolo di silenzio in casa, per trovare Dio nel quotidiano.
 Nella "Lettera ai cercatori di Dio", curata dalla Conferenza Episcopale, si legge: " Chi ama la Parola, sa quanto sia necessario il silenzio, interiore ed esteriore, per ascoltarla veramente e per lasciare che la sua luce ci trasformi mediante la preghiera, la riflessione e il discernimento: nel clima del silenzio, alla luce delle Scritture, impariamo a riconoscere i segni di Dio..." Nel silenzio è piu' facile coltivare il sogno di un' esistenza nuova e ammettere le proprie mancanze: ecco il battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Giovanni è il Battezzatore con acqua, simbolo di morte (immersione) e di vita (emersione).
 - Con le parole di Isaia agli ebrei, schiavi in Babilonia, Giovanni (che significa "dono di Dio" ) reca speranza, che è collegata alla conversione. Il termine "peccato" significa proprio fallire il bersaglio, sbagliare la direzione, non raggiungere la meta. Facendo proprie le esortazioni di Giovanni ("convertitevi ! "), Gesù' sottolineerà l' "oggi", qui e adesso, senza scuse e rimandi. Gesù' e Giovanni stanno tra loro come la promessa e il compimento. Giovanni è il "cartello stradale" , Cristo è "la strada" . Isaia narra di una grande strada rettilinea e pianeggiante, simile a quelle che nell' antichità conducevano ai templi, da percorrere nel canto e nella gioia. Giovanni, invece, invita a preparare la via, eliminando le tortuosità e "abbassando" gli ostacoli. Il profeta stimola a riempire i "burroni" delle nostre fragilità e schiavitù ; sollecita ad abbassare tante asprezze di orgoglio e di arroganza, a colmare gli avvallamenti fatti di freddezza e di indifferenza.
 Seguendo il Battista, il deserto dei nostri giorni comincerà a fiorire, la vita diverrà piu' serena, le nostre relazioni saranno più autentiche.
 - La prima lettura richiama che Dio è sempre il protagonista del cambiamento. Nel vangelo, Giovanni ribadisce l' importanza insostituibile della risposta umana alla salvezza offerta per grazia. A chi spetta preparare la via in questo tempo di attesa ? Il vangelo accosta sempre i due protagonisti, Dio e l' uomo, pur nella loro enorme diversità. Occorre partire sempre da Dio, ma non contro l' uomo o senza l' uomo, e valorizzare l' umano nella sintesi cristiana: fede e opere. La parola è scesa nella storia ed attende il terreno del cuore umano, per fecondarlo. 

                                                                      Mons. Antonio Scarcione

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