"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 15 dicembre 2012

Muore la palma dell'atrio Municipio Fundrò


C’è voluto il coleottero, il cosiddetto punteruolo rosso, per mettere la parola fine alla secolare palma (Phoenix canariensis) posta all'interno dell'atrio Municipio, una palma diventata il simbolo stesso della casa municipale, che per tanti, lunghi anni ha visto passare generazioni di piazzesi, classi politiche che si sono succedute alla guida della Città. 

La palma venne piantata certamente dopo il 1866, infatti con l'Unità d'Italia, il novello governo nazionale promulgò nel luglio del 1866 e nell’agosto del 1867 le cosiddette ”leggi eversive” le cui intenzioni primarie furono quelle di sopprimere numerosi Enti Ecclesiastici avocandone il patrimonio allo Stato e agli enti pubblici locali.

Infatti l'attuale Municipio dal 1622 e per oltre due secoli (244 anni per l'esattezza), era stato un luogo di silenzio, meditazione e preghiera in quanto Abbazia dei padri Benedettini, che da c/da Fundrò sita a qualche km da Piazza Armerina, dopo alterne vicende storiche con Enna, si erano trasferiti a Piazza nel lontano 18 aprile 1622.
.
Lì dove attualmente si erge ciò che rimane della palma doveva esserci il classico pozzo presente in ogni convento o monastero di frati; a raccontarlo oltre un ventennio fa, un anziano signore, un'ex reduce della grande guerra del 1915/'18, che era solito descrivere ai conoscenti ciò che gli era stato trasmesso oralmente dal genitore. 

Seduto sul sagrato della chiesa, accanto i locali della sede dell'associazione reduci e combattenti, raccontava di un pozzo al centro della grande aiuola e della salubre acqua che i monaci dispensavano anche alle tante famiglie del quartiere Castellina e san Giovanni, che la chiedevano.

Dopo il 1866 la nuova destinazione dell'abbazia a Municipio, fece venire meno la necessità di un pozzo all'interno di un luogo pubblico, venendo certamente soppiantato dalla posa di quella bellissima palma che grazie all'acqua sottostante crebbe bella e rigogliosa.

Ora aimè di quella palma infestata, rifugio di tante specie di uccellini che nei silenti pomeriggi facevano sentire la loro voce, ne rimarrà soltanto il ricordo fotografico, poiché l'alto fusto in settimana verrà abbattuto e chissà cosa prenderà il suo posto.

L'auspicio è che l'amministrazione ricollochi al suo posto un'altra qualità di palma più resistente alle avversità ad esempio la Butia capitata perché, a detta dai tecnici dell’Istituto di Entomologia della Facoltà di Agraria di Catania, questa è dotata di uno stipite durissimo sul quale il punteruolo non sembrerebbe trovare breccia; o puntare al genere Whashingtonia che comprende due specie a foglia palmata filifera e robusta molto diffuse nei giardini mediterranei.
All’Amministrazione l’onere di scegliere tra la continuità con il passato o individuare altri soggetti arborei.
                                           Filippo Rausa




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un pezzo di storia che scompare
devastato dalle orde rosse.
Corsi e ricorsi storico vegetali.
Palmi di Sicilia
Giummu di Storia a storica badia
a jsari celu e scrusciri a lu ventu,
tant’anni e t’arrinnisti a camurria
di na lesina storta senza abbentu
e senza onuri e russa e sulu a sfardu
comu pi la Sicilia Garibbardu.

E russa la cammisa ca sburdiva
e russu l’armalazzu a spurtusari.
Resta stu truncu e pari ancora viva
comu sta terra bedda e senza pari
accimata pi lordu conquibussu
di Garibbardu, puntarolu russu.
Giometrico

Anonimo ha detto...

da leggere:
http://www.sanremonews.it/2012/03/23/leggi-notizia/argomenti/altre-notizie/articolo/ospedaletti-punteruolo-rosso-salvate-due-palme-infestate-dal-parassita.html