"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 7 aprile 2013

La Domenica con Gesù, II di Pasqua/ della Divina Misericordia/ C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale. 
 I Lettura. "...Sempre più, ...venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne..." At 5, 12-16
 II Lettura. "... Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii...una voce...che diceva: quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette chiese..." At 1, 9-11a.12-13. 17-19
 Vangelo. " Pace a voi"...Tommaso...non era con loro quando venne Gesù...Se non metto il mio dito nel segno dei chiodi...io non credo". "Tommaso, metti qui il tuo dito... non essere incredulo, ma credente ! ". Gli rispose Tommaso: " Mio Signore e mio Dio ". Gv 20, 19-31

  Il capitolo 20 del vangelo di Giovanni riguarda le apparizioni del Risorto. Dopo l' incontro di Cristo con la Maddalena presso la tomba vuota e dopo la corsa di Pietro e di Giovanni, Gesù incontra i Dodici al chiuso per la paura dei Giudei.
 - La pace del Risorto in mezzo alla paura. Dopo l'ambientazione, circa il tempo (domenica), il luogo (il cenacolo ?) e i protagonisti (i discepoli), la presentazione dell' evento: "Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: Pace a voi ". Il Risorto non è un fantasma, che appare e scompare, ma semplicemente "viene". Il verbo "venire" , nel quarto vangelo, è denso di significato. Il primo a riconoscere la forza di questo verbo "venire" è stato Giovanni Battista, che dice di Gesù "colui che viene" (Gv 1, 15.27). Infatti, il mistero della persona di Gesù può essere compreso attraverso il "movimento", che Egli compie, per venire incontro all' uomo. Il dono che Egli porta con sè è quello della "pace" e la prima parola, che dice ai suoi, è: "Pace a voi". Questa espressione dev' essere compresa alla luce della rivelazione veterotestamentaria, in cui la pace indica i doni di Dio. Essa non esprime soltanto lo stato d' animo pacificato o una situazione sociale senza conflitti, bensì la capacità dell' uomo di accogliere i doni di Dio.
 - Il dono dello Spirito per il perdono dei peccati. Gesù dice: "Pace a voi", specificando che tale pace significa essere mandati dal Padre, ricevere lo Spirito Santo e rimettere i peccati. Innanzi tutto, Gesù specifica l' origine della sua missione: è stato mandato dal Padre agli uomini, affinché altri uomini fossero inviati, a loro volta. Ma c' è di più : l' identità profonda di Cristo è costituita dall' essere stato inviato. Mentre Gesù dichiara la propria sottomissione al Padre, afferma, nello stesso tempo, la libertà di svolgere la sua missione a favore degli uomini.
 La sua identità di inviato del Padre diventa ora patrimonio dei discepoli, mediante il dono dello Spirito. Come Cristo ha accolto la volontà del Padre, così i discepoli ricevono lo Spirito Santo, perchè Egli è il Maestro interiore nella loro missione. Il ricevere è finalizzato al dare: infatti ogni missione, per i discepoli, ha uno scopo specifico: il perdono dei peccati. Il perdono è la pace del cuore dell' uomo peccatore, che si pente. Ora, anche agli uomini, viene fatto il dono dei discepoli del Signore, che vengono inviati dall' Inviato, affinché scoprano la ricchezza dei doni di Dio, attraverso la partecipazione al suo Spirito, che solleva e purifica da ogni peccato.
 - I segni della passione manifestano la gloria di Cristo e la fede dei numerosi "Tommaso". Come, giustamente, afferma Gregorio Magno: "A noi giovò più l' incredulità di Tommaso, che non la fede degli apostoli". Tommaso ci è, veramente, più utile degli altri discepoli. Infatti, Gesù, risorto, mostra a Tommaso le mani e il costato, che, così, diventano per l' apostolo un "luogo" della fede. L' amore è autentico, quando chiede l' offerta di sè, che può diventare anche sacrificio della propria vita per il bene dell' altro/a.
 - Credere in Gesù Cristo, Figlio di Dio. Il brano evangelico ci consente di leggere anche questa prima conclusione del vangelo (la seconda è contenuta in Gv 21, 24-25). Lo scopo di questo scritto è quello di far emettere la professione di fede agli apostoli non in un' entità astratta, bensì nel mistero di Dio e nel mistero dell' uomo, che coabitano nella stessa persona di Gesù Cristo, Figlio di Dio. La precisione dei termini non ci deve sfuggire; soprattutto quella dei titoli cristologici: credere in Gesù di Nazareth, che è diventato "unto" (Cristo), cioè l' inviato del Padre, che manifesta la bontà e la verità di ogni parola divina. Quindi, Egli dev' essere riconosciuto come Figlio di Dio. Questa è la meta di ogni vero cammino di fede: la partecipazione alla vita di amore di Dio stesso, che Giovanni chiama "vita eterna".  
                                                                                                                                                                                                                     Mons. Antonio Scarcione

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