"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 23 giugno 2013

La Domenica con Gesù, XII del Tempo Ordinario/C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi : "...Riversero' sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione..." Zac 12, 10-11; 13, 1. "...Non c' è Giuideo nè Greco; non c' è schiavo nè libero; non c' è maschio nè femmina, perchè tutti voi siete uno in Cristo Gesu'..." Gal 3, 26-29. "...Le folle, chi dicono che io sia ? Essi risposero: Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto. Ma voi chi dite che io sia ? Pietro rispose: il Cristo di Dio..." Lc 9, 18, 24.


Tutti e tre i vangeli sinottici  (Matteo, Marco e Luca) riferiscono questo episodio, cosi' importante; il dialogo, cioè, tra Gesu' e i discepoli. Gesu' domanda loro: " Le folle, chi dicono che io sia ? I discepoli citano tre opinioni: Giovanni il Battista; Elia; uno degli antichi profeti che è risorto". A questo punto, Gesuì rivolge la domanda diretta: "Ma voi chi dite che io sia ? "  E Pietro, in modo davvero sorprendente,  risponde: " Il Cristo (= l' unto ) di Dio" , il Messia.
 Sappiamo che l' attesa messianica è parte integrante dell' identità del popolo dell' Alleanza. Inoltre, nel N.T., l' attesa è diventata particolarmente urgente. Pietro, dunque, afferma di riconoscere, in Gesu', il Messia atteso, l' unto inviato da Dio. "Egli ordino' loro di non riferirlo a nessuno". C' è qui, apparentemente, una strana reazione di Gesu' ; considerato che, nei versetti 40-41 del capitolo 4o, viene dato lo stesso ordine ai demoni. Probabilmente, il silenzio, imposto ai discepoli, scaturisce dal fatto che la loro comprensione dell' identità di Gesu' è ancora insufficiente.
 Luca spiega che non basta riconoscere in Gesu' il Messia, è necessario, invece, comprendere di quale Messia si tratti. Gesu', infatti, svela il volto del Messia di Dio. Afferma, cioè, che Egli "Deve soffrire molto, essere rifiutato dagli aziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno " . Luca individua, quindi, il destino del Messia nella volontà del Padre. Egli " deve" avere/ subire un destino di sofferenza, rifiuto e uccisione, ma cio' che nello sguardo umano segna il rifiuto da parte di Dio, diviene, nel rapporto con il Padre, un cammino che genera vita.
 Per descrivere sè stesso ( in terza persona), Gesu' si serve di questi termini: "Figlio dell' uomo; colui che ha il potere di rimettere i peccati; interprete della volontà divina sul sabato; colui per il quale i discepoli saranno perseguitati; colui che mangia e beve (in contrapposizione con l' austerità di Giovanni Battista).
 Se il destino del Messia è un destino di rifiuto, sofferenza e morte, il discepolo, ovviamente, lo deve condividere. Poi, diceva: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sè stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina sè stesso ? " Adesso, Gesu' si rivolge a "tutti" coloro che vogliono e vorranno essere discepoli del Cristo risorto: essi dovranno operare una scelta radicale: rinnegare, cioè, sè stessi, prendere la propria croce ogni giorno e seguire il Maestro. Questa frase è stata interpretata in modi molto diversi. Per cercare di coglierne il senso, appare necessario analizzare il testo.
 Ogni discepolo è chiamato a fare scelte precise.
 - Rinnegare sè stesso. "Rinnegare" equivale a prendere le distanze da sè stesso. - Prendere la sua croce ogni giorno. Il termine "croce" indica (ed è) il segno dell' appartenenza a Cristo. Con la scelta di Cristo, il discepolo "si gioca tutto". Non c'è piu' l' aspirazione , umanamente "irrinunciabile", all' affermazione di sè.
 - ( Il terzo imperativo ), "Mi segua", sottolinea il distacco da sè e l' appartenenza a Cristo, mediante la sequela. Luca aggiunge "ogni giorno", per evidenziare l' esigenza di perseverare: si tratta di scelta, da attualizzare momento per momento. Seguire il Signore, per fare, dell' "io" di Cristo, il proprio "io". Lo stesso Paolo, a tal proposito, cosi' si esprime: " Sono stato crocifisso con Cristo e non sono piu' "io" che vivo, ma il Cristo vive in me". Gal 2, 19-20
 Ai discepoli non viene richiesto di "capire", ma di "seguire" il Cristo, Messia crocifisso. Per questo motivo, " chi vuol salvare la propria vita, la perderà. Ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà, Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina sè stesso ? " vv. 2-25
 I verbi, "salvare e perdere" la vita, indicano: vivere in funzione di sè stessi, oppure vivere per Cristo, condividendo il Regno. L' alternativa è, quindi, tra scelta di sè, quale scopo ultimo della propria esistenza e offerta di sè, quale dono, nella sequela del Messia, condividendone mentalità, valori, sentimenti e passione per il Padre e per il prossimo.
 Il messaggio del vangelo è, quindi, il seguente: chi farà della propria vita un dono a Dio e ai fratelli, scoprirà il vero significato della propria esistenza.
                                                                                     Mons.  Antonio Scarcione

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