"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 1 dicembre 2013

La Domenica con Gesù, I di Avvento/A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi:"...Alla fine dei giorni...verranno molti popoli e diranno: venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe..." (Is 2, 1-5) .
"...Fratelli,...è ormai tempo di svegliarvi dal sonno...gettiamo via le opere delle tenebre...comportiamoci onestamente...non in mezzo a orge e ubriachezze...lussurie e impurità...litigi...e gelosie..." (Rm 13, 11-14a) .
"...Come furono i giorni di Noè, così la venuta del Figlio dell'uomo...mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito...e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti..." (Mt 24, 37-44) .

 L' inizio del Cap. 24 di Matteo è stato giustamente definito "discorso escatologico", relativo, cioè, all' imminente fine del mondo; un evento preceduto da catastrofi, guerre, terremoti, cataclismi e carestie. Il mondo, di cui Gesù ha annunciato la fine, è il "mondo antico", caratterizzato da ingiustizia, violenza, sopraffazione dei forti sui deboli, un mondo "governato da belve" (Dn 7). Il termine "scatologico" deriva dal greco "èscatos" e "logos" (= ultima parola).

 A chi, dunque, spetterà l' "ultima parola" sulla vita di ogni uomo e sulle sorti del mondo?  Notiamo, intanto, che i toni del brano sono "minacciosi", non certo, per spaventare, bensì, per scuotere e richiamare alla serietà della vita. Gesù vuole metterci in guardia dal pericolo che sciupiamo le opportunità di salvezza, che Egli ci offre.

 Infatti, negligenza, mancanza di attenzione ai segni dei tempi e insensibilità spirituale, inevitabilmente, conducono alla catastrofe.

  - La parusia del Figlio dell' uomo. Il termine "parusia" (= venuta) si riferiva alla visita che gli imperatori (o i loro alti funzionari) facevano alle città e alle province dell' impero.  La loro parusia era temuta dalle autorità locali, se esse tenevano un' amministrazione scorretta; era, invece, desiderata, quando tutto era in ordine e, conseguentemente, l' imperatore elogiava ed elargiva benefici. Gli amministratori, per l' occasione, mettevano in ordine anche le case ed i templi, pavimentavano le strade e sistemavano i ponti.

 Tuttavia il "visitatore" poteva anche arrivare all' improvviso; donde la necessità di mantenere alta la vigilanza ed i conti in ordine. Gesù applica a sé, proprio quest' ultima immagine di "parusia" e ricorre a tre esempi.

 - Come furono i giorni di Noè, così sarà la parusia del Figlio dell' uomo. Il primo esempio: al tempo di Noè, mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno,  in cui Noè entrò nell' arca. In realtà, non facevano nulla di male, si godevano la vita di ogni uomo. Commisero, però, un grave errore: non si accorsero di nulla, finché venne il diluvio e travolse tutti.

 Nella Bibbia, la pioggia torrenziale e le acque impetuose sono il simbolo del giudizio di Dio, che mette alla prova ogni cosa ed ogni imbarcazione. Mangiare, bere e sposarsi, sono realtà buone, ma devono essere vissute, tenendo presente il loro fine ultimo. Gesù non sta affatto minacciando castighi, sta, invece, richiamando i "valori veri", su cui bisogna incentrare la propria esistenza: la famiglia, i figli, la salute e la malattia, le gioie e il dolore.

 - Due modi di esercitare la propria professione. Il primo modo. Si può ritenere (come i contemporanei di Noè) che mangiare, bere e godersi la sessualità, bastino a dare senso alla propria esistenza. In realtà, c' è un' altra idolatria alienante: la professione. L' uomo ha inciso nel DNA la somiglianza col Creatore ed ha bisogno di lavorare e di dare continuità all' opera di Dio. Può ritenere, sbagliando, che il successo professionale riempia di senso la propria vita. Il secondo modo: Gesù stesso mette in  guardia proprio da questo pericolo. Egli, infatti, prende spunto dalle attività che uomini e donne svolgevano quotidianamente. Gli uomini lavoravano nel campo, mentre le donne svolgevano le attività di casa.

 "Uno viene preso", cioè salvato, essendo egli attento e vigilante, quando giunge a lui il vangelo, si lascia coinvolgere dalla proposta del maestro e svolge la propria attività, secondo il disegno di Dio. "L' altro viene lasciato". E' colui che è così assorbito dal lavoro e dal successo, che viene sopraffatto dalle preoccupazioni e, quindi, non si lascia coinvolgere dalla proposta di Cristo.

 - La parusia del Signore...come quella del ladro. Il terzo esempio è, certamente, il più efficace. Il ladro, ovviamente, non avvisa prima di entrare in casa; per questo il padrone deve mantenersi sveglio, altrimenti rischia di essere derubato dei suoi beni. La metafora del ladro divenne di uso comune nella Chiesa primitiva. "...Come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore (I Ts 5, 2-6) .

 - La conclusione vale per i discepoli di ogni tempo. "Anche voi state sempre pronti, perché nell' ora che non immaginate, il Figlio dell' uomo viene". "Le venute di Dio" nella nostra vita sono sempre difficili da cogliere, perché sono "incompatibili" per la "saggezza umana". Solo chi è "vigilante" le sa riconoscere e "viene salvato", qui ed ora.                                                          

 Mons. Antonino Scarcione 

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