sabato 7 dicembre 2013
La Domenica con Gesù, Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Testi: “…Allora
il Signore Dio disse al serpente…Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la
tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa…”Gen 3, 9-15 .20.
"...Accoglietevi
perciò gli uni gli altri come anche Cristo accoglie voi, per la gloria di
Dio..." Rm 15, 4-9. "...L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una
città della Galilea, chiamata Nazaret...La Vergine si chiamava
Maria...Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù...Ecco la
serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola..." Lc 1, 26-38.
Questo
commento della Solennità dell' Immacolata riguarda,
prevalentemente, la I Lettura (Gen 3, 9-15. 20) e fa tesoro dello studio
di F.Armellini, che traccia una pista innovativa, alquanto interessante.
"Maria per una grazia ed un privilegio singolare di Dio fu preservata
immune da ogni macchia della colpa originale". Così, nel 1854, Pio IX ha
formulato il dogma dell' Immacolata Concezione.
Oggi, gli
studi biblici hanno chiarito che "il passo della Genesi non è il
resoconto di un fatto accaduto all' inizio del mondo, ma una pagina
sapienziale, redatta con immagini e linguaggio idonei a rispondere agli
interrogativi esistenziali, che da sempre gli uomini si sono posti: Perché l'
uomo fa spesso scelte insensate, che lo allontanano da sè stesso, da Dio e dai
fratelli ?" Di chi è la colpa, se è incline al male ? E' forse del
Creatore, che avrebbe potuto farlo diverso e un po' migliore ? E la pulsione cattiva,
che lo induce a fare il male, è invincibile o può essere dominata ?
L' autore
della Genesi vuole far riflettere e aiutare a capire la dinamica del peccato,
che porta gli uomini a rifiutare Dio, a commettere il male e a decretare la
propria rovina. Noi, quindi, non siamo gli sventurati, incolpevoli discendenti
di Adamo ed Eva, costretti a subire le conseguenze di un peccato, che non
abbiamo commesso, ma siamo gli Adamo ed Eva, posti di fronte a Dio e alla
responsabilità delle scelte che facciamo.
- L' uomo
nel disegno di Dio. Dio aveva fatto bene ogni cosa, il mondo era uscito buono
dalle sue mani. Per sette volte, infatti, l'autore sacro ripete: "E Dio
vide che era buona l'opera da lui realizzata". Quest' affermazione indica
la totale bontà del creato. Ovviamente, ciò non vuol dire che non ci fossero
sventure, malattie e morte, ma che il mondo era perfettamente adatto al
disegno, che Dio intendeva realizzare. Conseguentemente, il compito dell' uomo
era quello di portare a compimento l'opera del Creatore, attenendosi al suo
disegno e gestendo in modo sapiente ogni creatura.
Regnava la
piena "armonia tra l' uomo e Dio", armonia rappresentata,
incisivamente, dall' immagine del Signore e dell' uomo, che passeggiavano
insieme nel giardino di Eden, accarezzati dalla brezza della sera (Gen 3,
8) . Il disegno divino prevedeva, inoltre, "l'armonia tra l' uomo e la
natura": il mondo doveva essere studiato, amato, rispettato e curato come
un giardino (Gen 2, 15) .Doveva regnare "l'armonia tra uomo e donna"
: nessun dominio, nessuna sopraffazione, nessuna strumentalizzazione egoistica,
solo la gioia di sentirsi ciascuno un dono per l'altro (Gen 2, 22-25) .
- Il
peccato inizia sempre dalla deformazione del "volto" di Dio. Entra in
scena il "serpente", che insinua nella mente dell' uomo il dubbio che
Dio gli voglia davvero bene. Lo incita ad agire di testa propria, a
rendersi indipendente, a comportarsi in modo autonomo. Per essere sè stessi ,
gli suggerisce che bisogna "sganciarsi" da Dio, che
"impone" precetti arbitrari : è un "despota", che va
ignorato ! Non ci si può fidare di lui, perchè geloso, infatti, ordina:
"Non dovete mangiare di alcun albero del giardino"
(Gen 3, 1) . E'
con questi argomenti che il "serpente" istiga l' uomo ad infrangere i
limiti, che, invece, gli impone la sua condizione di creatura; lo esorta a
non prendere in considerazione il disegno del Creatore ed a sostituirlo con il
proprio progetto, a seguire i propri capricci e astuzie; lo illude, dicendogli
che, se agisce senza alcun legame con Dio, si sentirà, finalmente, libero,
realizzato e felice.
Chi è il
"serpente" ? Cerchiamo di decodificare questa strana figura. In tutto
l' A.T., questo misterioso "personaggio" non compare più. Solo
al tempo d Gesù i rabbini, per influsso del pensiero persiano ed ellenistico,
hanno cominciato a vedere nel serpente il diavolo; ma il testo della Genesi
dichiara, piuttosto, che il serpente è "la più astuta" delle creature
di Dio. Chi può essere ? Passiamo in rassegna gli esseri viventi, creati dal
Signore e giungeremo alla conclusione: è l' uomo, non può che essere lui il più
astuto. Sì, il serpente è l' uomo stesso, che, colto da un folle delirio
di onnipotenza si solleva contro Dio, pensa di potersi sostituire a lui,
proclamando la propria autonomia, nel decidere ciò che è bene e ciò che è male.
Nell'
ultima parte del brano (vv,14-15), Dio risponde alla domanda: la lotta tra Dio
e il serpente, elementi tutti e due presenti nell' uomo, continuerà fino alla
fine del mondo. Ma l' esito è già segnato; il diavolo, dichiarato maledetto
(privo, cioè, di forza soprannaturale), può essere vinto e di fatti lo sarà. Il
conflitto continuerà, il "serpente" tenterà di mettere in atto le sue
insidie contro l' uomo, ma non riuscirà nel suo intento e sarà proprio il
Messia, l' uomo stirpe della donna, a schiacciargli la testa.
Alla luce
di questa "lettura" del brano della Genesi (3,9-15. 20), la
proclamazione dell' Immacolata Concezione di Maria acquista un significato
nuovo e stimolante. Essa è Immacolata fin dal suo concepimento, cioè, nella
totalità della sua esistenza; Ella è, altresì, il segno più nitido del
trionfo di Dio sul male.
Mons. Antonino
Scarcione
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