"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 21 dicembre 2013

La Domenica con Gesù, IV di Avvento/A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: "...Il Signore parlò ad Acaz: Chiedi un segno dal Signore, tuo Dio...Allora Isaia disse: La Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele" .
Is 7, 10-14 . "Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto, per annunciare il Vangelo di Dio...a tutti quelli che sono a Roma...grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo ! " Rm 1, 1-7 . "...Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa...Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sè la sua sposa ". Mt 1, 18-24.

 La storia dell' uomo "appare" come un arazzo fiammingo, visto dal retro: un intreccio di fili, legati tra loro in modo confuso. Basta, però, girare l' arazzo dall' altra parte, per cogliere un bel disegno.

 - La fede come ricerca. Molti dicono: " Dio non parla mai". Egli, invece, "parla" attraverso il Vangelo, la meditazione e il silenzio; è "percepibile" anche attraverso i fatti, le situazioni, gli incontri; ma poichè non abbiamo occhi, "capaci" di vedere la realtà dal di dentro, non percepiamo ciò che il Signore vuole insegnarci. Parla, inoltre, dentro di noi, mediante le domande, che abbiamo nel cuore, i desideri veri, i sogni più grandi. Dobbiamo, però, affinare la nostra sensibilità, essere persone in ricerca, attente, vigili e oranti.

 La fede è " un'avventura " per gente forte e coraggiosa. Infatti, i piu' grandi mistici della storia della spiritualità hanno vissuto "la loro notte oscura": periodi, anche lunghi, di tentazione e di aridità. Notiamo che Giuseppe è assillato da un conflitto tra cuore e ragione, amore per la sua donna e giustizia. Attraverso "i sogni", egli percepisce il messaggio di Dio, anzi "vede" la propria storia con gli occhi di Dio.

 - Il rischio della libertà. Giuseppe si può considerare  il modello del credente (colui che si fida di Dio). La sua fiducia si fonda sul messaggio misterioso di Dio: la vita è vocazione e va affrontata come pellegrinaggio (non certo come vagabondaggio). "Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (Rm 8, 28). Da questo deriva la necessità di educare alla gratuità ed alla carità.

 Se ci si sente amati da Dio e portati sul palmo della sua mano, l' obbedienza e la sequela diventano normali, anche se costano sacrificio. A volte, si ha paura, perchè non si "dominano" tutte le circostanze, i rapporti, le conseguenze di essere nel viaggio "dell' esistenza umana". E' bene "non aver paura di questa paura". Infatti, la paura viene superata nella "compagnia cristiana", vissuta con fedeltà. Si scopre, cosi'', che, insieme, è più facile trasformare i "sogni" in realtà. Nella "traversata del mondo" non si è soli, perchè si cammina dentro un popolo.

 Purtroppo, anche l' uomo, come Ulisse, può restare prigioniero di molte sirene, che allontanano dal desiderio di Infinito e di Verità, che ogni uomo ha nel cuore.

 - Giuseppe è un modello. Nell' era della tecnica, non è facile credere che i sogni siano, spesso, più veri della "nostra ragione", che il linguaggio del cuore è più saggio di quello delle regole, che le immagini, custodite nel nostro intimo sono più divine di tutto ciò che può essere misurato. Dio dona intuizioni e chiarimenti per il discernimento e per portare a compimento la sua volontà. Giuseppe, uomo giusto, educa ad essere giusti, a fidarsi di Dio, a non giudicare secondo le apparenze. Egli, inoltre, non è un Narciso, che vede solo sè stesso, incapace di accorgersi che specchiarsi, per vedere sè stesso, equivale a non capirsi e a non capire gli altri.

 - Una riserva a cui attingere. La vita non è un museo, ma un laboratorio di progettazione del futuro. Le grandi scelte si preparano con i "si'"" e con i "no", di ogni giorno, con i valori, tenuti vivi dalle comunità familiari, ecclesiali e sociali.

 Non è affatto casuale, quindi, che Giovanni XXIII lo abbia dichiarato patrono universale della Chiesa. E in una società "orfana di padre", Giuseppe diventa "modello" di paternità. Occorrono, conseguentemente, atti di fiducia: nella grazia di Dio, nelle persone, nelle nuove generazioni, nella possibilità di ognuno  di crescere nel bene e nel vero.

                         Mons. Antonino Scarcione 

                                                                                                                                                                                                                         

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