"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 22 febbraio 2014

La Domenica con Gesù, VII del Tempo Ordinario/A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: "...Siate santi, perchè io, il Signore, vostro Dio, sono santo... Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo...Lv 19, 1-2. 17-18.
"...Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perchè la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio..." I Cor 3, 16-23. "...Avete inteso che fu detto: occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio...Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgi anche l'altra...Avete inteso che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano...Mt 5, 38-48 .

 Le ultime due antitesi (la rinuncia alla vendetta e l' amore per i nemici), contenute nel vangelo odierno, sono, certamente, le più originali e sconvolgenti.

 - La quarta antitesi: la reazione alla colpa. La quarta questione (v.38) cita un criterio per valutare la pena. Questa norma figura nel libro dell' "Esodo": "Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido" (Es 21,24-25) . Tale principio viene definito "Legge del taglione", "lex talionis". Il termine taglione è un sostantivo femminile latino (talio talionis), che deriva dall' aggettivo "talis" e indica una somiglianza o proporzione. E' un principio giuridico (già presente nel codice di Hammurrabi, nel 1700 a.C.).

 Consisteva nell' infliggere all' offensore una pena uguale all' offesa ricevuta. La sua funzione era quella di mettere un limite alle vendette private. Esso costituisce il criterio fondamentale della norma penale: la riparazione dev'essere commisurata al danno causato e la pena proporzionale alla colpa. Questo criterio viene applicato attualmente anche nei nostri codici penali. 

 Gesù, quindi, non propone un nuovo codice in sostituzione di quello antico, ma ne annuncia il compimento: la possibilità, cioè, di andare oltre quella norma, realizzando nuovi rapporti umani. Come giustamente dice Paolo, "Non rendete a nessuno male per male...Vinci il male con il bene" (Rm 12, 17-21). Questo "detto" viene esemplificato con quattro casi concreti: 1) Lo schiaffo e l' altra guancia. L' immagine dello schiaffo richiama chiaramente l' immagine stessa del Cristo, modello di pazienza e di mite resistenza (Mt 26,67) . 2) Il debitore insolvente, trascinato in processo, perchè vogliono ipotecare le sue vesti.
In questa eventuale situazione, il creditore doveva restituire, prima del tramonto del sole, il mantello, che aveva preso in pegno. 3) L' autorità civile o militare. Nel caso in cui l' autorità costringesse il cittadino a prestare servizi di pubblica utilità, egli viene invitato a fornire aiuto volentieri e non per costrizione. 4) Il prestito senza interesse. Il prestito è da farsi senza interesse, scegliendo di andare anche contro la logica del proprio guadagno.

 - La quinta antitesi: la condizione dell' amore. Anche la quinta questione cita il precetto dell' amore ("Amerai il tuo prossimo"), ma aggiunge ("Odierai il tuo nemico"), un elemento assente nell' A.T. Probabilmente, si tratta di un' aggiunta redazionale successiva. Il precetto dell' amore è valido - si diceva anticamente - per il prossimo (vicino e amico, connazionale e fedele); non vale, invece, per gli stranieri e gli avversari, che, casomai, dovevano essere odiati con tutte le forze !

 Gesù propone, invece, un modello di comportamento, totalmente, diverso, che rende esplicito l' amore per i nemici (quelli che non se lo meritano. Cfr. v.44). La motivazione di questo principio è teo-logica, deriva proprio dallo stile di Dio Padre, che ama in modo generoso e gratuito. Alcuni esempi: Amare quelli che ci amano e salutare quelli che ci salutano, sarebbe soltanto buona educazione, che viene praticata anche dai peccatori e dai pagani.

 - La chiave di lettura del brano. Le ultime parole del vangelo odierno offrono la chiave interpretativa di tutta la pagina: "Siate, dunque, perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. Chiamati, cioè, ad imitare Dio e a diventare come lui, riconosciamo di aver ricevuto in Cristo la forza e la capacità di realizzare il suo progetto. 
Proprio Gesù ci ha insegnato a pregare per i nemici e ha saputo trattare da amico, fino all'ultimo, anche Giuda.
                                                                                    
                                                                                Mons. Antonino Scarcione 

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