"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 31 agosto 2014

La Domenica con Gesù, XXII del tempo Ordinario / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: "Mi hai sedotto, Signore, e io mi son lasciato sedurre...Mi dicevo: Non penserò più a Lui, non parlerò più nel suo nome! Ma nel mio cuore c' era come un fuoco ardente...Mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo." Ger 20, 7-9. "Fratelli, vi esorto...a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente...Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare..." Rm 12, 1-2 . 
"...Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva...soffrire molto...venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo...: Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai. Ma egli voltatosi disse a Pietro: Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perchè non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini !...Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sè stesso, prenda la sua sua croce e mi segua..." Mt 16, 21-27.

- Una prospettiva messianica sconvolgente. La sequenza vuole evidenziare la difficoltà dei discepoli ad accettare il tipo di messianismo, proposto da Gesù. Infatti, dire che Gesù è il Cristo, non risolve il problema della piena conoscienza della sua persona. Il vocabolo greco "Christòs" (cioè, unto) indica una persona che ha ricevuto un' unzione rituale, come avveniva per i re e i sacerdoti. A quel tempo, infatti, erano molte le opinioni sul "tipo" di Messia e su come Egli avrebbe salvato il suo popolo. Anche gli apostoli, infatti, sono "vittime" delle opinioni allora correnti; anch' essi si aspettano un Messia potente e politico; anzi, alcuni pensano già di diventare "ministri e sperano di occupare i primi posti nel nuovo governo".

Ma Gesù è davvero il Messia, in questo senso? Matteo, quindi, pone, saggiamente, dopo la confessione di Pietro, l' inizio della catechesi di Gesù sulla sua sofferenza, la morte e la risurrezione: sì, Egli è davvero il Messia, afferma l' evangelista, ma "fare il Messia" significa "morire". Qui, notiamo che l' attività di Gesù è introdotta dall' espressione: "Da allora Gesù cominciò a predicare..."(Mt4,17). La stessa formula si ripete ora, nel punto di svolta: "Da allora Gesù cominciò a spiegare..."(Mt16,21). Mentre "predicare" riassume la prima parte del ministero di Gesù, la seconda, invece, è caratterizzata dal termine "spiegare": il Maestro, infatti, spiega ciò che è troppo grande per loro e difficile da accettarsi. Adesso, per tre volte, Gesù annuncia la sua morte. Ma gli apostoli, nonostante una catechesi chiara, non capiscono e non accettano il suo discorso.

Il Signore afferma che saranno le varie autorità di Gerusalemme a farLo soffrire: gli anziani, i capi dei sacerdoti e gli scribi.

- Il discepolo "antagonista". Pietro continua a ragionare come gli altri uomini. E' convinto, certamente, che Gesù è il Messia, ma è altresì convinto di sapere che cosa debba fare il Messia; conseguentemente, pretende di dare consigli e di insegnare al Maestro. Con rispetto, Pietro prende in disparte Gesù, "si mette a rimproverarlo" e si impegna ad evitarGli una simile disgrazia(la passione e la morte in croce). In questo modo, Pietro si comporta da "satana"; il vocabolo designa un pubblico ministero o accusatore; in greco, il termine è stato tradotto "dàbolos"(=diavolo), "ostacolatore" (uno che intralcia il cammino). Pietro, in quel momento, non vuole che si compia il progetto di Dio e presume di far cambiare idea al Messia.

La nuova traduzione italiana (CEI 2008) ha corretto la precedente ("Lungi da me!"), nel modo seguente: "Va' dietro a me, satana". Il Maestro non manda via il discepolo,ma gli spiega come si manifesta, veramente, la fede in Lui, cioè, nella sequela di Gesù e non nel pretendere di insegnarGli la strada. Lo stesso concetto è ripreso dall' altra parola "skàndalon" (=inciampo, ostacolo). Pietro, infatti, col suo atteggiamento, pone un ostacolo alla via di Gesù: perchè non pensa secondo Dio, ma secondo gli uomini.

- Una meditazione per tutti. Nel v.24, Gesù rivolge a tutti i discepoli una catechesi funzionale al cambiamento della loro mentalità troppo umana: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sè stesso, prenda la sua croce e mi segua". Per andare dietro a Gesù, il discepolo deve fare tre cose: a) Dire di no alla propria mentalità, al proprio progetto; b) Avere il coraggio di rischiare la condanna a morte; c) Accogliere la proposta del Maestro ed imitarne la vita. La frase più "strana" è "prendere la propria croce".

Noi, per la verità, l' abbiamo fatta diventare un luogo comune, per indicare che ci vuole pazienza e ciascuno deve sopportare la propria situazione, anche se difficile; ma questo significa intendere la parola "croce", in senso "metaforico". L' espressione "prendere la propria croce", ai tempi di Gesù, invece, era un' immagine, per indicare il rischio che si correva di subire una condanna a morte; Gesù intendeva dire proprio questo ai suoi: seguire Lui significava mettere in conto anche di lasciarci la pelle.

"Se qualcuno vuol venirmi dietro - ecco il significato delle parole di Gesù - si prepari al peggio; perchè non gli propongo una vittoria facile, nè una buona sistemazione, ma gli prospetto un rischio serio, addirittura quello di essere condannato a morte".

A questo punto, c'è un "loghion" (= un detto) sapienziale (v.25), un paradosso vero e proprio: per trovare bisogna perdere, per salvare la vita bisogna essere disposti a perderla. Un altro detto, in forma interrogativa, sottolinea che la vita è la cosa più importante che abbiamo: "Quale vantaggio avrà un uomo, se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita ?". Quindi, chiunque vuole seguire Gesù, deve mettersi dietro a lui e imitarne l'opera.

                                                                                   Mons. Nino Scarcione 

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