"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 7 settembre 2014

La Domenica con Gesù, XXIII del tempo Ordinario / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: "...O figlio dell' uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d' Israele...Se io dico al malvagio: malvagio, tu morirai, e tu non parli, perchè il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te..." Ez 33, 1. 7-9. 

"Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai...Qualsiasi altro comandamento si ricapitola in questa parola: Amerai il tuo prossimo come te stesso..." .Rm 13, 8-10 . "Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo tra te e lui solo...". Mt 18, 15-20. 

- La correzione fraterna. I vv.15-17 presentano le regole comunitarie della correzione fraterna, in cui viene insegnata una "strategia" d' intervento nei riguardi del "fratello peccatore". Due le condizioni preliminari: che si tratti di una persona appartenente alla comunità e che essa sia in una situazione di peccato. L' obiettivo è quello di ricostruire una relazione personale e fraterna. Questo vuol dire "guadagnare il fratello". Questo è ciò che il pastore deve fare per una pecora, che sta errando su una strada sbagliata. 

Il primo passo, quindi, avvenga mediante una relazione personale: "Va' a cercarlo, cioè interessati di lui e non lasciar correre; perlagli a tu per tu, in modo riservato ed amichevole". Il secondo passo si attua solo se il primo fallisce. Se il fratello non accetta la correzione del singolo, il metodo, suggerito, è quello di parlargli alla presenza di "due o di tre persone": questa modalità deriva dalle norme giudiziarie dell' A.T.(Dt 19, 15) e serve a mettere, colui che sbaglia, di fonte alle proprie responsabilità. Deve rendersi conto che è la comunità stessa a cercarlo e a consigliargli di correggere la direzione. L' ultima possibilità offertagli è costituita dall' invito dell' intera comunità, che, ufficialmente, invita chi ha sbagliato a convertirsi. E' la Chiesa stessa che esercita la sua autorità mediante una parola "pastorale" di correzione. 

Se c' è un reiterato rifiuto di ascolto, costui si è messo fuori dalla comunità da sè stesso, ha scelto di essere come un pagano o come un pubblicano. Quindi, la strategia della correzione fraterna non intende condannare, definitivamente, ma propone una "pena medicinale", che mira al recupero e alla riconciliazione. 

- Ecclesiologia e cristologia. Se il fratello errante si ostina, viene ritenuto come estromesso dalla comunità. Ma il contesto teologico e letterario lascia intendere che il provvedimento è temporaneo e pedagogico. A questo punto, è importante sottolineare che il testo (Mt 18,18) insegna come l' autorità della Chiesa venga esercitata mediante la corresponsabilità di ogni singolo credente. I versetti successivi (vv.19-20) introducono, nella metodologia della correzione fraterna, una motivazione cristologica, collegandola all' efficacia della preghiera comunitaria. Anzitutto, è importante partire dall' affermazione centrale, con la quela Matteo tratteggia la vita ecclesiale: cioè, la presenza salvifica di Gesù nella Chiesa. 

In questa realtà di Chiesa-comunione "(io) sono in mezzo a loro ("eimi en méso auton"): così il Cristo propone la propria divina presenza non solo "con noi" (Mt 1,23;28,20), ma addirittura "in mezzo a noi". Infatti, i fratelli, riuniti nel nome di Cristo, "si accordano" su qualunque cosa: in greco, viene adoperato il verbo "sym-phonéo", da cui deriva il termine "sinfonia". Questo indica che "una comunità sinfonica" corrisponde al cuore del Padre e desidera, sulla terra, ciò che il Padre progetta nei cieli (Cfr.Mt 6,10: la preghiera del "Padre nostro"). 

                                                                             Mons. Antonino Scarcione

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