"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 1 marzo 2015

La domenica con Gesù, II di Quaresima

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “...Io ti colmerò di benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare...” Gen 22, 1-2.9a.10-13.15-8 . 

“Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi” Sal 115 . “...Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi ? “ Rm 8, 31b-34. 

“...Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendide, bianchissime...E dalla nube uscì una voce: Questi è il Figlio mio, l’ amato: Ascoltatelo !” Mc 9, 2-10

Il vangelo propone la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, presenti: Pietro, Giacomo e Giovanni; con Mosè ed Elia, importanti figure dell’ A.T. Questo è, dunque, un evento cruciale nella vita di Gesù e nella vita dei discepoli. La precedente confessione di Pietro a Cesare (“ Tu sei il Cristo”) e il rimprovero a Gesù per l’ annuncio della sua passione dimostrano la grande difficoltà dei discepoli di entrare nei disegni di Dio.
La sequela di Gesù Cristo esige una radicale conversione, un serio cambiamento del proprio modo di pensare (“metànoia” ). Altro è il pensare secondo gli uomini e altro è il pensare secondo Dio. Dopo questo episodio, è riportata la scena della Trasfigurazione. Essa si richiama intenzionalmente alla teofania del battesimo di Gesù (Mc 1,9-11) . Il Cristo riceve ora pieno riconoscimento della sua identità e della sua missione da parte del Padre.
Ogni discepolo avverte il bisogno di essere “confermato”, per rinnovare le ragioni della sequela o per correggere la rotta e purificare la propria adesione al Cristo. Scegliere di credere, significa scegliere di percorrere la stessa via del Maestro: cioè quella del rifiuto e della passione, della morte e della risurrezione al terzo giorno. Per questo sono proclamate da Gesù le impegnative condizioni della sua sequela: “Se qualcuno vuol venire “dietro a me”, rinneghi sè stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchè chi vuol salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita “per causa mia e del vangelo”, la salverà (Mc 8, 34-35).
La via del Maestro è la via del discepolo. E’ la ragione per cui i discepoli hanno fatto fatica ed è la stessa ragione, per cui è difficile diventare discepoli. Solo rinnegando il proprio modo di pensare, secondo il mondo, è possibile intraprendere il cammino del discepolo, che dura per trutta la vita (Cfr. il rinnegamento di Pietro).
In tale quadro si apprezza ancora di più la Trasfigurazione, intensa esperienza “per i discepoli”. E’, infatti, a loro che la voce celeste impone di ascoltare la parola: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio diletto, di cui mi compiaccio”. A questa verità portano testimonianza sia Mosè che Elia. La conversazione, che essi intrattengono con Gesù, è un dettaglio di grande rilievo. Proprio su questo sfondo, spicca il contrasto creato dall’ “ignoranza” dei discepoli: “Rabbì, è bello per noi essere qui: facciamo tre capanne, una per Te, una per Mosè ed una per Elia”.
L’ evangelista annota sobriamente che non sapeva che cosa dire per lo spavento: suo e degli altri due discepoli.
Il tema dell’ “ignoranza” ritorna, alla fine, quando i discepoli scendono dal monte, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. I discepoli non possono ancora capire tali parole, ma, quando Ge4sù sarà risorto, comprenderanno il senso della Trasfigurazione: un’ anticipazione della gloria, alla quale Gesù Cristo giungerà attraverso la passione e la morte in croce.
Non tutto può essere compreso immediatamente: solo lungo il cammino è possibile maturare nel discepolato. Infatti, discepoli si diventa passo dopo passo e i discepoli di allora sono un ideale specchio per i discepoli di ogni tempo.

                                                                                            Mons. Nino Scarcione

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