Ricordo ero assessore al patrimonio, amministrazione Sottosanti (seconda legislatura, anno 1999), allorquando insieme al geometra Walter Procaccianti, al geologo Salvo Sinagra, si andò in loco per un sopralluogo, giunti al santuario di Piazza Vecchia, su per la collina percorremmo a piedi quei 200 metri lungo i confini di alcune tenute, alcune di queste, se non ricordo male erano in stato di totale abbandono, per giungere infine nel tratto di strada asfaltato di contrada Marino, sbarrata da un cancello.
Dopo circa quindici mesi di Amministrazione il Consiglio Comunale dell’epoca sfiduciò il sindaco Sottosanti, ad esso subentrò un commissario regionale, e tutti quei progetti, quei buoni propositi rimasero nel famoso libro dei sogni.
Dall’anno 2000 sono passate tre Amministrazioni, Velardita, Prestifilippo e Nigrelli, la costituzione di un Comitato di Contrada Piano Marino che dal 2007 perora la realizzazione dell’opera; ad ogni Amministrazione si sono alternati incontri seguiti da sopralluoghi di tecnici comunali, ma di fatto la possibilità di realizzare quei 200 metri di strada tra il Santuario di Piazza Vecchia e contrada Piano Marino è rimasta storia infinita da annoverare alle calende greche.
Una vicenda paradossale che ha creato disagio e incredulità per le centinaia di fedeli, trovatisi imbottigliati lungo la strada, in una fila infinita di automobili rimaste bloccate.
In tutta questa vicenda, l’amara realtà di un importante problema irrisolto, perché da sempre sottovalutato da tutti, pur in presenza nel corso degli ultimi anni di importanti smottamenti, che diverse volte hanno isolato tante famiglie per alcuni giorni.
Visto quanto successo in occasione di un'evento così importante che coinvolge migliaia e migliaia di persone, tutto ciò, dovrebbe far riflettere e immediatamente far porre in essere tutti gli atti necessari per dare corpo a una progettazione che veda tra gli obbiettivi la realizzazione di un’opera ritenuta imprescindibile non solo dai residenti che da anni ne chiedono la fattibilità, ma anche dalla comunità cittadina, per scongiurare inconvenienti momentanei, come l’ultimo in ordine di tempo, o/a problematiche ben più complesse in caso di calamità.
Filippo Rausa