"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

giovedì 18 giugno 2015

Associazione 150strade - concorso 2015

Riceviamo e Pubblichiamo

Salve caro presidente,

il 29 marzo scorso inviai l’annuncio della decima edizione del concorso per racconti brevi promosso dall’Associazione letteraria 150strade, della quale sono cofondatore. 
Non essendo giunto ancora alcuno scritto da parte dei concittadini, mi piace credere che molti hanno raccolto l’invito e che sono in procinto di inviare il loro parto letterario per conquistare più notorietà sul sito dell’Associazione (abbiamo di recente festeggiato il milione di visite) e, perché no, un posto sul podio dei vincitori. 
Ricordo che gli scrittori possono prendere visione del regolamento sul sito: www.150strade.org e inviare la loro opera all’indirizzo mail : concorso@150strade.org - il tema del concorso 2015 è :

"L'ESSER DIVERSO, NON UGUALE NE' SIMILE"

Un argomento di estrema attualità che riguarda la diversità nell’accezione più ampia del termine. Ciascuno di noi ha tratti caratterizzanti di diversità, non necessariamente di tipo fisico, che gli altri ci riconoscono e che ci rendono unici. Vivere positivamente la diversità del nostro prossimo è senz’altro motivo di crescita e di arricchimento.
A questo proposito, mi sono posto l’interrogativo del primo impatto con la diversità che visse il nostro progenitore Adamo quando Dio decise di creargli “ la compagna” che poi sarebbe di fatto divenuta la madre di tutti noi. La capostipite delle donne, croce e delizia dei maschietti, senza le quali però non saremmo capaci di vivere. Molto probabilmente le cose andarono così: (dimenticavo…anche se per molti è cosa risaputa, Dio e Adamo, tra loro, parlavano esclusivamente in galloitalico )

E.. fom’na fu

‘N giӧrn Deu vìtt Adam tòm ‘ncagnà.

Diss “P’rchi ggh’hai sta facci d d’sp’rà?

U paradis dona frutti ‘nzuccaradi

e n’mài d’ogn spèci, tutti mastriadi.

U so scauffa i nivuli ch par’nu p’tturadi

nu cèlu strapparènt sènza ‘nv’rnàdi.

T fisgi fèlic senza dumangh nè aièr,

senza nudda dӧgghia nè p’nsèr ! ”

“Sci davveru é, nan m pozz ddam’nté,

par ch i cosi criadi m vuless’nu parrè.

U sӧi, fè st ‘mbràcu propia nan s pò.

Intant, zira e f’rrìa , sign sempr sӧ.”

“Basta, cu sta dӧzza malancunia,”

diss Deu “ T hӧi a fè a cumpagnia.

S ciama fom’na, nan ha v’rticchi,

f’ziunada e f’deu , putè aver figghi.

Quann ciang’nu s sus sempr iedda,

nan ‘nv’gghisc, resta sempr bedda.

E’ saggia, canta e nan frisca,

parra o b’sògn e nan s misca.

Stàcura ! S véd pӧmi o scursöi

‘nzalanisc, grìa e dӧna muzz’cöi.”

“Chi vulè p’ sta fartùna acussi ranna?”

Diss Deu “Poch, m’brazz e na gamma.”

“ Hӧi d’v’ntè menz om p’ fé g’nia ?

Sa scusa. Cara m costa, sta r’galia !

Cû na custetta, chi m pozz cattè ? ”

…Amisgi masculi, com f’nì, u savé !!

Ovviamente vuole essere una fantasiosa rappresentazione dell’eterna rivalità fra maschi e femmine. Attendo quindi una possibile risposta da qualche rappresentante del gentil sesso sulla medesima linea d’onda , ma soprattutto i racconti di scrittori Piazzesi.

Un cordialissimo saluto, a presto, Michele Suriana

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