"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 11 ottobre 2015

Proposta in Parlamento: Italia con 8 regioni in meno

In tempi di revisione della spesa pubblica (spending review), processo volto a migliorare l'efficienza e l'efficacia della spesa pubblica attraverso una migliore organizzazione delle sue strutture statali (es. ministeri, prefetture, tribunali, istruzione e sanità pubblica ecc.), e territoriali così come avvenuto con la cancellazione delle Provincie, accorpamento dei Comuni; il Governo sta valutando la riduzione delle Regioni. 
Giovedì 8 ottobre 2015, il Governo ha accettato in Senato una proposta di legge costituzionale con tanto di cartina geografica, che "impegna il governo a prendere in considerazione prima dell’entrata" in vigore del ddl di riforma, "l’opportunità di proporre attraverso una speciale procedura di revisione costituzionale, la riduzione delle Regioni".

Dopo 45 anni potrebbero mutare i confini delle regioni italiane e passare da 20 a 12. 
In foto la cartina della penisola proposta in un ddl di Roberto Morassut e Raffaele Ranucci del Pd.
La Regione Alpina sostituirà il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria. 
Il Triveneto ingloberà il Trentino Alto-Adige, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto. 
Mentre la Regione Emilia Romagna oltre al territorio attuale sarà estesa alla provincia di Pesaro e Urbino. 
L'Appenninica accorperà Toscana e Umbria e la provincia di Viterbo. L'Adriatica unificherà Abruzzo, Marche e parte del Molise e Lazio. 
La Tirrenica vedrà fondersi Campania e parte del Lazio mentre la Regione del Levante accoglierà Puglia e parte del Molise e della Basilicata. 
La Calabria e la provincia di Potenza faranno parte del Ponente. Lombardia, Sicilia e Sardegna resteranno invariate, mentre Roma ingloberà solo la sua provincia.
Nuovi confini, dunque, per razionalizzare i servizi e i costi, e nuove funzioni: "Vogliamo aprire un dibattito - spiega il sottosegretario - su grandi temi come scuola e sanità", magari ipotizzando "gestioni condivise tra due o più regioni, assimilabili per legami geografici, politici e ambientali".

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