"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 5 dicembre 2015

La Domenica con Gesù, II di Avvento

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “Deponi, o Gerusalemme, le vesti del lutto…e rivestiti dello splendore della gloria…Dio ha deciso di spianare ogni alta montagna e le rupi perenni……” Bar 5,1-9 . “Grandi cose ha fatto il Signore per noi”. Sal 125 . “Fratelli,…quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il vangelo…” Fil 1,4-6.8-11 . “Nell’ anno quindicesimo dell’ impero di Tiberio Cesare…la parola di Dio venne su Giovanni…Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri ! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato…” Lc 3,1-6.

Il vangelo di questa domenica, con un tono solenne, ci colloca al centro della celebrazione: “La parola di Dio venne su Giovanni, che annunciava la conversione per il perdono dei peccati. La sua è una parola di consolazione e di speranza, che spinge alla conversione e provoca cambiamento in coloro che l’accolgono.

-Ci possiamo chiedere, quale posto abbia la parola di Dio in noi. Certamente, uno dei meriti del Concilio Vaticano II consiste nell’ aver ridotto la distanza tra i fedeli e la parola di Dio, grazie all’uso delle lingue locali nelle celebrazioni liturgiche dei singoli popoli. Le conseguenze sono palpabili: i testi vengono letti e compresi da ciascuno nel proprio idioma. Bisogna aggiungere, però, che molti cristiani, purtroppo, si “accostano” alla parola di Dio solo nella messa della domenica. Ecco perché questo “handicap” non può essere colmato dall’ omelia, ad es., per l’ esiguità di tempo. Non ci si stancherà mai, quindi, di evidenziare l’ effetto benefico sui gruppi di cristiani, che, settimanalmente, si confrontano col vangelo della domenica.

-Quali sono le caratteristiche della parola di Dio ? Essa è una parola che ci raggiunge nella storia. E’ per noi, qui ed ora: nel tempo dell’ esilio o della persecuzione, dello smarrimento o dei giorni grigi.

-E’ una parola che passa attraverso uomini, per raggiungere altri uomini. E’ affidata al profeta, a Geremia, come a Giovanni Battista e si manifesta nel Figlio di Dio fatto uomo. Rifiutare questa mediazione, significa rifiutare Dio stesso, perché questa è la strada, che egli ha scelto.

-E una parola imprevedibile, perchè non “fissa” la situazione esistente. Non coincide con le nostre attese o con le nostre letture della realtà, anzi,”obbliga”, spesso, ad andare contro corrente.

-Non è una parola magica, infatti, il cambiamento è prodotto da Dio in collaborazione con l’ uomo. Vediamo che Giovanni ai suoi destinatari rivolge un appello, anzi, un grido: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri ! “. L’ incontro avviene, perché Dio “si mette in movimen to”, per primo, verso l’ umanità; ovviamente, anche l’ uomo deve fare la sua parte di strada.

-Una parola, che è sempre una proposta. Alcuni anni fa, Xavier Thevenot annotava che il proverbio, ”l’ uomo propone e Dio dispone”, poteva essere rovesciato: “Dio propone e l’ uomo dispone”. Infatti, il Signore della storia, che realizza il suo disegno di salvezza, rispetta, fino in fondo, la libertà dell’ uomo. A tal proposito, il biblista, Fernando Armellini (Cfr. “Ascoltarti è un a festa” Ed. Messaggero, Padova 2012, p. 30) ci aiuta ad identificare gli impedimenti, che precludono la salvezza: i monti e i colli sono la superbia, l’ alterigia, l’ arroganza di chi vuole imporsi, dominare sugli altri, lo spirito competitivo di sopraffazione degli altri”; gli abissi, invece, sono le scandalose diseguaglianze economiche denunciate dai profeti, certe concentrazioni di ricchezze e il progressivo depauperamento della maggioranza dei cittadini, i guadagni sfacciati di chi approfitta degli altri. I passi tortuosi, infine, sono le astuzie, le scelte insensate, le presunte giustificazioni, che fanno da supporto a vere e proprie ingiustizie.

                                                                          Mons. Antonino Scarcione

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