"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 13 dicembre 2015

La Domenica con Gesù, III di Avvento

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele…Il Signore ha revocato la tua condanna…” Sof 3,14-17 . “Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’ Israele” Is 12,2-6 . “Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: Siate lieti…” Fil 4,4-7 . “…Che cosa dobbiamo fare?...Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto…Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato…Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno: accontentatevi delle vostre paghe…” Lc 3,10-18

Natale è ormai vicino. Chi parla, oggi, nell’ assemblea liturgia, deve porsi l’ obiettivo di animare una celebrazione autentica. Affiora un annuncio sconcertante. Gioia e pace: sono due parole che ci vengono incontro nelle prime due letture: “Rallegrati…grida di gioia…esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme ! “. Siate sempre lieti nel Signore…Un altro Natale di crisi e ci auguriamo che non coincida, come è già accaduto ad alcuni lavoratori, con l’ arrivo di una lettera di licenziamento. 
Un altro Natale in cui permangono focolai di guerra, sparsi nel mondo, “una terza guerra mondiale a macchia di leopardo”. E basterà un’ ulteriore crisi o un’ oscillazione dei mercati a provocare paure ed angosce. Ecco perché non possiamo non domandarci: siamo disposti a credere a questo annuncio di gioia e di pace ? Una domanda del genere testimonia un’ apertura a Dio, a fare la sua volontà, anche se questa comporta cambiamenti di scelta, di stili e di abitudini. Essa non esige da Dio che cambi la nostra esistenza, togliendoci le preoccupazioni che ci assillano. E’ esattamente il contrario: si rinuncia alle proprie idee, per aderire al suo progetto. Perché questo avvenga, bisogna che Dio appaia come colui che fa da punto di riferimento, da questa bussola costante del proprio cammino. Da un cristianesimo fondato sul compromesso, sulla ricerca di soluzioni a poco prezzo, sull’ illusione di poter tenere sempre il piede in due staffe, non verranno mai espressioni come quelle formulate sulle rive del Giordano: “Che cosa dobbiamo fare ?”.

-Indicazioni concrete. C’ è una singolare consonanza tra le risposte del Battista e quelle del Papa: “La parola del perdono possa giungere a tutti e fare sperimentare la misericordia…”. Subito dopo, tuttavia, egli si rivolge “agli uomini e alle donne di un gruppo criminale” e chiede loro di “cambiare vita” . Comunque i percorsi di conversione sono tre: 1. “Il pericolo costituito dal denaro e dall’ accumulo di beni; il rimedio: la solidarietà e la carità”. Infatti, la vita non dipende dal denaro. Esso è solo una trappola, anzi un’ illusione: “Il denaro non ci dà la vera felicità”. 2. “La tentazione della corruzione; il rimedio: la legalità e la giustizia.” La corruzione, come dice Papa Francesco, è “una piaga putrefatta”, “un grave peccato, che grida verso il cielo, perché mina fin dalle fondamenta la vita personale e sociale” e “con la sua prepotenza e avidità distrugge i progetti dei deboli e schiaccia i poveri”. Per debellarla, il Papa suggerisce”prudenza, vigilanza, lealtà e trasparenza, unita al coraggio della denuncia”. 3. “Il rischio della violenza e la rinuncia ad approfittare del potere.” Papa Francesco condanna”la violenza, usata per ammassare soldi, che grondano sangue” . Vediamo, inoltre, che il Battista esorta i soldati a non fare violenza e a non estorcere nulla con la forza, accontentandosi della propria paga.

-Conversione e giustizia sociale. Ritornare a Dio, volgere decisamente la nostra esistenza verso di lui, ha, come conseguenza, un rapporto diverso con ll prossimo, caratterizzato dal rispetto, dalla giustizia, dalla legalità e dalla solidarietà. Notiamo che Giovanni Battista non dà nessun suggerimento di tipo devozionale, nessun invito a processi di introspezione, ma un esplicito rinvio ad azioni precise riguardo ai beni, ai diritti degli altri e all’ esercizio del potere.

Quando si avverte su di sé la fora e la tenerezza di Dio, non si cerca più di “puntellare” la propria vita su basi insicure, come il denaro o il potere.

                                                                        Mons. Antonino Scarcione

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