"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 27 dicembre 2015

La Domenica con Gesù, Santa Famiglia di Gesù Giuseppe e Maria / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele…Anch’ io lascio che il Signore lo richieda; per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore…” I Sam 1,20-22.24-28 . “Beato chi abita nella tua casa, Signore” Sal 83/84, 2-3.5-6.9-10 . “Carissimi…Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri…” I Gv 3,1-2.22-24 . 
“I genitori…mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme…Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava…Perché ci hai fatto questo…Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio ?...” Lc 2,41-52.

Risale al 1893 la decisione di Leone XIII di concedere alle numerose associazioni familiari una festa della Santa Famiglia. Essa ha trovato posto nella I Domenica dopo Natale. Questa celebrazione ci aiuta ad entrare nel mistero dell’ Incarnazione.

-“Possiamo partire da una coppia di sposi: Anna ed Elkanà”. La I lettura ce la presenta in un momento di gioia, ma le sofferenze non sono mancate. Considerata sterile, Anna ha subito molte umiliazioni. In un pellegrinaggio a Silo essa ha pregato il Signore ed Egli l’ ha esaudita. Il nome che ha dato al figlio, Samuele, esprime tutta la sua gratitudine. Infatti, esso significa:“al Signore l’ ho richiesto”. Quindi, potremmo dire che quella di Anna ed Elcanà sia una bella famiglia, ma di altri tempi. Notiamo che quello che vive questa coppia è tremendamente attuale, come per ogni famiglia cristiana. Grazie a Dio, ci sono ancora oggi genitori che non si preoccupano solo della salute fisica e della riuscita scolastica dei figli. Come Anna, anch’ essi cercano di fare in modo che i loro figli possano “vedere il volto del Signore”. Ci sono genitori che non soffocano i figli con un affetto possessivo, perché non li considerano loro proprietà, ma un dono di Dio. Solo compiendo questo passaggio si è veri genitori, che accettano l’ autonomia dei figli e sono rispettosi della loro libertà.

“L’ altra coppia: Maria e Giuseppe”. Luca ce li presenta in un frangente drammatico: Gesù dodicenne si è staccato dalla carovana e si è fermato nel Tempio. Quando se ne rendono conto è già passata una giornata . E allora ritornano a Gerusalemme, per cercarlo. In effetti, “il ritrovamento nel Tempio mette al centro un nuovo Gesù: lo abbiamo lasciato bambino, e lo ritroviamo, qui, adulto, in una situazione, che mette in luce la sua autorità e il suo straordinario carisma. Maria aveva detto: “Tuo padre ed io”; qui, vediamo che Gesù ci tiene a ricordare che il suo vero Padre è Dio e che egli deve prendersi cura delle cose del Padre suo.

Cosa insegna questo racconto alle nostre famiglie ? Non è facile per i genitori accettare che quel bambino, che essi hanno visto crescere, si riveli ai loro occhi con una luce nuova: quella di un ragazzo e/o un giovane, che già prelude all’ uomo/alla donna di domani. Eppure vivere nella fede, significa tenere conto della propria e dell’ altrui vocazione. Non mancano passaggi difficili. Maria e Giuseppe “non compresero” la spiegazione fornita da Gesù. Maria, da questo punto di vista, indica il vero atteggiamento saggio: custodire ogni cosa nel cuore, per poter ,poi, decifrare al momento giusto il senso di ogni cosa.

Ognuno, effettivamente, ha una propria parte da compiere. E a ciascuno è chiesta una cosa. A Maria e Giuseppe di accettare il mistero del loro figlio e della sua missione, a Gesù di vivere in attesa del momento stabilito.

-“Nella fede, da figli di Dio.” Dove attingono Anna ed Elkanà, Maria e Giuseppe, la forza, per compiere le scelte che li contraddistinguono come genitori ? E’ la fede. Anna ed Elkanà, infatti, una volta all’ anno si recavano al santuario di Silo. Maria e Giuseppe hanno già presentato Gesù al Tempio, perché è il loro figlio primogenito. Si tratta di gesti, che non sono isolati. Al contrario: sono inseriti nella vita quotidiana, vissuta con sentimenti di gratitudine: un rapporto di alleanza con Dio, che prevede l’ osservanza della su Parola.

Comprendiamo, allora, più facilmente, la seconda lettura. La famiglia costituisce il luogo privilegiato, per scoprire insieme, genitori e figli, la volontà di Dio e per darle compimento. Dobbiamo riconoscere quanto sia difficile oggi fare i genitori ! La crisi epocale che stiamo attraversando rende ancora più onerosa l’educazione delle giovani generazioni. Si richiede pazienza e saggezza, delicatezza e intelligenza, autorevolezza e misericordia. I genitori sono chiamati ad amare, ma anche a riconoscere il grande amore che Dio ha per loro; a porre regole, ma anche ad osservare i comandamenti in prima persona; ad essere consci della propria dignità di figli di Dio e a rispettare ed onorare quella di cui sono portatori i figli.

                                                                  Mons. Antonino Scarcione

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