"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 20 febbraio 2016

La Domenica con Gesù, II di Quaresima / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Guarda in cielo e conta le stelle,...Tale sarà la tua discendenza…Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d’ Egitto…al fiume Eufrate”Gen 15,5-12.17-18 . 
“Il Signore è mia luce e mia salvezza” Sal 26. “Perchè molti si comportano da nemici della croce di Cristo…” Fil 3,17-41.
”…Mentre pregava, il suo volto cambiò d’ aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante…Dalla nube uscì una voce…Questi è il Figlio mio, l’ eletto; ascoltatelo !...”.


La seconda Domenica di Quaresima è un momento della rivelazione dell’ identità di Gesù, che sarà definitivamente compiuta nella Pasqua. 

-“Il cielo del deserto”. Anche se il vocabolo, nelle letture bibliche, è assente, la filigrana del “desiderio” intreccia molti fili tematici di questa celebrazione.

* “Un’ anticipazione della Pasqua”. L’esperienza di Abramo, che conclude un’ alleanza con Dio; le esortazioni dell’ Apostolo, che invita alla speranza, dove il Signore “trasfigurerà il nostro misero corpo” e, infine, la rivelazione dell’identità filiale di Gesù sul Tabor, sono tre diverse rivelazioni: un legame eterno (alleanza), una condizione eterna (corpo glorioso), la comunione con il Figlio di Dio (trasfigurazione). Questa domenica è, quindi, “un’ anticipazione della Pasqua”: quella liturgica, come ben dice “la preghiera sulle offerte”, “perché possiamo celebrare degnamente le feste pasquali” e quella eterna, come afferma “l’ ultimo oremus”: “sulla terra ci fai pregustare i beni del cielo”.

* “Cambiare punto di vista”. In ogni lettura, infatti, siamo invitati a un “cambio di punto di vista”: Abramo viene invitato ad uscire dalla sua terra; S.Paolo invita a cambiare la direzione dello sguardo; Gesù stesso porta con sé i tre apostoli su un monte. In ogni lettura, l’ invito è a “guardare il cielo” e ad allontanarsi dalla “pesantezza” della terra.

* “Andare oltre”. In ogni lettura c’è un volto particolare del desiderio, che rimanda, comunque, sempre ad un “oltre”. Per Abramo il desiderio dell’ oltre, nel tempo e nello spazio, trova compimento nella promessa di Dio, cioè, in una discendenza e in una terra. S.Paolo, invece, evidenzia il contrasto dei desideri dei Filippesi ed invita a desiderare la “cittadinanza dei cieli”, anzicchè a fare del loro “ventre il dio”, da adorare. Il desiderio dell’ “oltre”, prospettato dall’ Apostolo, è quello di “un corpo glorioso” e non quello di “un corpo di terra”. Infine, l’”oltre”, nel quale restare saldi nella fede, è proprio la trasfigurazione del nostro misero corpo.

*”Educare il desiderio”. L’ esperienza della Trasfigurazione è: educare alla “salita”, alla “sosta” e alla “discesa”.

-La “salita” dice che dalla cima del monte la prospettiva è diversa, ampia, lungimirante. Gesù propone la trasfigurazione, per “allargare” il desiderio dei discepoli, per “convertire” la loro idea di Messia, per mettere insieme uccisione e morte del Signore con la sua gloria. La Trasfigurazione è l’ esperienza “paradossale”, che mette insieme la croce e la gloria. La fatica della “via crucis” e la speranza della “via lucis”.

-La “sosta” sul monte è l’ esperienza del “compimento” del desiderio. I tre apostoli vivono una “pregustazione” del paradiso, un’ esperienza di eccedenza, di estasi, fino ad essere sconvolti fisicamente e un po’ “tramortiti” (“egli non sapeva quel che diceva…”). L’“illuminazione” indica proprio quest’ intuizione di un “oltre”, una sensazione di pienezza e di godimento. E’ la luce del Risorto quella che sfolgora sul Tabor, la stessa che brillerà sul Golgota. I tre discepoli “pregustano i beni del cielo”. E’ una luce che compie la storia, porta a compimento l’ antica alleanza e la legge(Mosè) e realizza tutte le profezie (Elia).

-“La discesa”. Il testo, in verità, “sfuma” la discesa dal monte, ma offre un effetto intimo di quanto i protagonisti hanno vissuto: “non riferirono a nessuno ciò che avevano visto”. La discesa è faticosa, perché riporta, dalla luminosità della vetta alle tenebre e nebbie frequenti della valle.

“Il monte dell’ alleanza”. Il monte è biblicamente luogo di alleanza, dove si rinnova la relazione con Dio.

· E’ importante “cambiare il punto di vista” nella vita, per scorgere o riscoprire nuove dimensioni. Senza una consapevolezza del cammino compiuto e di quello che ci attende possiamo sperimentare lo sconforto: sentirci smarriti “nella valle di lacrime”.

· L’ esperienza del monte descrive “un picco” di intensità, che parte da un livello basso, per poi aumentare. La Trasfigurazione è un picco nell’ esperienza dei tre apostoli, così intensa che accompagnerà per molto tempo il loro cammino.

· “Quali sono i nostri monti di trasfigurazione ? Quali sono le esperienze nelle quali lo sguardo ha colto la grandezza del firmamento ? Quali sono i momenti di luce ?”. Queste sono domane che possiamo porre a ciascuno di noi, a un’ intera comunità e a tutta la Chiesa. Il vangelo si sofferma soprattutto nella narrazione dell’ esperienza del picco sulla cima del monte. La scelta narrativa di Luca vuole attirare la nostra attenzione proprio sull’ intensità di quel momento.

                      Mons. Antonino Scarcione

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