"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 7 febbraio 2016

La Domenica con Gesù, V^ del Tempo Ordinario/C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono…Allora uno dei serafini…Teneva in mano un carbone ardente…Mi toccò la bocca e disse: Ecco, è scomparsa la tua colpa…” Is 6, 1-2a.3-8 . 
“Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria” Sal 137 . 
“…A voi ho trasmesso…quello che anch’ io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati…” I Cor 15,1-11 . “…Maestro abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulle tue parole getterò le reti…” Lc 5,1-11.

Il commento è incentrato in un’ essenziale presentazione delle tre letture e sviluppa il tema della vocazione alla vita cristiana. Notiamo subito che Dio non agisce da solo, bensì, vuole coinvolgere gli uomini nell’ opera della salvezza. Infatti, Egli desidera collaboratori attivi e docili, ma non, certo, presuntuosi.

La prima Lettura ci presenta la teofania (=la manifestazione di Dio). Essa abbaglia e purifica il profeta Isaia. Ogni uomo, di fronte alla maestà e trascendenza di Dio, sicuramente, percepisce la propria inadeguatezza. Ma, mentre la visione del Signore incute timore, la Parola, invece, diventa un appello: nella sua potenza, Dio si affida alle labbra e alla parola dell’ uomo. Dio, inoltre, suscita, in ciascun uomo, il bisogno e il coraggio di dirgli di sì.

Nel Vangelo, la chiamata si situa nella quotidianità del lavoro. Non è, necessariamente, il tempio, il luogo della chiamata di Dio; non è, nemmeno, la gloria del Signore con il suo splendore, non è, tanto meno, il lembo del mantello incontenibile dal mondo intero, ma sono, invece, il volto e la parola di Gesù. Insieme all’ appello, l’ evangelista Luca descrive “un segno”, la pesca miracolosa. A questo punto, vediamo che la reazione di Pietro è simile a quella di Isaia: chi può dirsi all’ altezza di una presenza tanto travolgente, come è quella di Dio ?

Nella seconda Lettura, invece, vediamo che gli apostoli vivono la loro missione. Infatti, essi trasmettono e testimoniano un fatto storico: la morte e la sepoltura di Gesù; ma, soprattutto, la rilevanza, l’ attualità e la persistenza della sua opera nella potenza della resurrezione, che continua l’ impatto con la storia degli uomini”. Il Risorto non è un cimelio del passato, bensì, il Vivente, che opera e trasforma l’ uomo con la sua grazia.

Certamente, lo stile di Dio, caratterizzato dal profondo rispetto per l’ uomo, deve influenzare il modo di essere della Chiesa. Le comunità cristiane, secondo le linee del Concilio Vaticano II, sono chiamate a crescere, grazie alla varietà dei carismi e dei ministeri, nella collegialità e nella corresponsabilità laicale.

                                                                         Mons. Antonino Scarcione

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