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Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

giovedì 12 maggio 2016

Liberi Consorzi, la farsa continua....

Riceviamo e Pubblichiamo

Di seguito il documento che riporta i fatti con le motivazioni della bocciatura del disegno di legge per il passaggio alla città metropolitana di Catania .

UNA FARSA CHE UMILIA LA DEMOCRAZIA E PRESENTA LA IRRESPONSABILITA’ DELLA CLASSE DIRIGENTE DELLA SICILIA CHE FA DI TUTTO PER TUTELARE I LORO INTERESSI POLITICI IGNORANDO LA VOLONTA’ POPOLARE 

Testo sintetico del resoconto stenografico dell'ultima seduta "farsa" della prima commissione - affari istituzionali, così come liberamente consultabile sul sito dell'ARS 

Presidente CASCIO

Aprendo la seduta Ricorda che in sede di audizione dei Sindaci dei Comuni interessati e di Rappresentanti dei Comitati promotori è emersa la complessità della vicenda relativa alle variazioni territoriali, legata alla incoerenza tra l'oggetto del Referendum svolto nei comuni e gli ambiti territoriali degli enti intermedi previsti dalla legge regionale n. 15 del 2015.
Per quanto suddetto invita la Commissione a riflettere sulla possibilità di intervenire nuovamente sulla legge regionale n. 15 del 2015 in relazione all'istituzione di nuovi liberi Consorzi comunali. 

ARGOMENTAZIONE DEI SEI COMPONENTI DELLA COMMISSIONE CONTRARI al disegno di legge n. 1191, relativo all'adesione del comune di Piazza Armerina alla Città metropolitana di Catania

1) nei comuni di Gela, Piazza Armerina e Niscemi il quesito referendario concerneva l'adesione al libero Consorzio comunale di Catania, non coincidente con la Città Metropolitana secondo l'impianto normativo vigente al momento di svolgimento del referendum, mentre l'approvazione dei disegni di legge comporterebbe lo spostamento dei suddetti comuni in un ente diverso.


2) La legge regionale n. 15 / 2015 non ha previsto alcun coinvolgimento degli enti destinatari degli spostamenti dei comuni nel procedimento di variazione territoriale. 

Il presidente dichiara che, a seguito della mancata approvazione dell'articolo 1 ed in considerazione del suo contenuto, si intende respinto il disegno di legge n. 1191, che è inviato in Aula con la proposta di non passaggio all'esame degli articoli, ai sensi dell'articolo 64, comma 3, del Regolamento interno.

Tutto quanto nonostante gli interventi dell’on. LANTIERI che sottolinea che i disegni di legge sono stati elaborati e presentati dal Governo in conformità alle previsioni della legge regionale n. 15 del 2015, e del dott. Morale, dirigente generale del dipartimento regionale delle autonomie locali, che ricostruisce sinteticamente il procedimento delle variazioni territoriali ed osserva come la modifica dell'impianto normativo abbia comportato un disallineamento tra la fase iniziale del procedimento, in cui i comuni hanno deliberato l'adesione ad un altro libero Consorzio e svolto un referendum confermativo, e la fase successiva, in cui i comuni sono stati chiamati a confermare con una delibera consiliare l'esito del referendum in relazione all'adesione alla Città metropolitana. Quindi la procedura è stata rispettata.

Una farsa colossale!
Il perchè 

Totò Murella
Perché se la motivazione del voto contrario ai ddl è "la mancanza di coerenza del quadro normativo concernente il procedimento di variazione territoriale nei comuni in cui è stato svolto il referendum, che non assicura la esatta corrispondenza tra la volontà popolare espressa con il referendum e la modifica dei territori dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane conseguente all'approvazione del disegno di legge", 
i 6 parlamentari con tutta evidenza hanno agito decidendo di non leggere l'art.1 che hanno bocciato, estendendo di conseguenza il voto sfavorevole all'intero ddl.

Al contempo, i 6 deputati in questione hanno deciso di non ascoltare l'assessore Lantieri che ha assicurato i presenti sulla conformità alla Lr. 15/2015 ed il suo dirigente, dott. Morale (dipartimento autonomie locali), il quale ultimo ha precisato che il quesito referendario era stato corretto da una norma, l'art. 44 della L.r. 15/2015, che ha costretto i comuni interessati a CONFERMARE con delibere a maggioranza assoluta l'adesione alla Città metropolitana di Catania e non più al Libero consorzio di Catania relativo al quesito referendario. 

L'Art. 44 della Lr. 15/2015 è infatti richiamato testualmente dal 1° comma dell'Art.1 bocciato e la delibera consiliare di conferma è richiamata testualmente dal 2° comma dell'art. 1 bocciato.

Nell'art.1 non c'è alcun richiamo al referendum, ecco perché non si può non evincere che lo hanno bocciato senza nemmeno leggerlo in quanto la motivazione, concernente il referendum, è completamente assente e quindi avulsa dal testo dell'art.1.

Ora la palla passa in aula che dovrà, dopo la discussione,

1) porre ai voti ai sensi dell'art. 64 comma 3 del Regolamento interno dell'Ars, il non passaggio all'esame degli articoli dei 4 ddl, affossandoli magari - secondo fortissime indiscrezioni - con la richiesta di un voto segreto.

2) Qualora invece l'aula ai voti decidesse di non accogliere, o meglio, respingere la proposta della prima commissione, ciò comporterebbe ai sensi dell'Art. 64 comma 4 del Regolamento interno dell'Ars, il rinvio dei disegni di legge, per l’esame dell’articolato, alla stessa commissione, chiamata a riferire di nuovo in aula entro 60 giorni. 

Insomma, la farsa, mal che vada per i suoi Attori farà:

· guadagnare almeno altri 2 mesi di stallo agli onorevoli autori di questo voto 
· la perdita di altro tempo ai cittadini per poter programmare con la città Metropolitana di Catania il proprio futuro . 

Bravi, veramente bravi, i nostri “ PER NIENTE ONOREVOLI ”, che si credono furbi e sperano di imporre i loro interessi a danno della democrazia. Ma avranno una brutta sorpresa, perché chi è nel giusto e combatte per una giusta causa non è disposto a farsi calpestare. Soprattutto da parte di pochi elementi che fanno parte di quella politica CHE NON ONORA GLI IMPEGNI PRESI E che ormai il popolo non sopporta più.

Noi non ci arrenderemo Mai pertanto e chiediamo a tutte le forze politiche di aiutarci chiedendo ai propri riferimenti a Palermo di intervenire come stanno facendo le comunità di Gela e Niscemi. 

                                                                       Salvatore Murella 


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