"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 16 luglio 2016

La Domenica con Gesù, XVI del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


Testi:”…Il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre…Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide…Si prostrò fino a terra…Dov’ è Sara, tua moglie ?...Fra un anno…Sara, tua moglie, avrà un figlio”. Gen 18,1-10 . 
“…Sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi…A favore del suo corpo che è la Chiesa…” Col 1,24-28 . 
“…Una donna…Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola…Marta, Marta, tu… ti agiti per molte cose…Maria ha scelto la parte migliore---“ Lc 10,38-42.



Papa Francesco, parlando al Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione, il 29 maggio 2015, poneva la domanda: Come educare alla fede ? E annotava: “Bisogna educare i credenti ad incontrare Cristo, vivo ed operante nella sua Chiesa… La sfida della nuova evangelizzazione e della catechesi, pertanto, si gioca su questo punto: Come incontrare Cristo, qual è il luogo più coerente, per trovarlo e per seguirlo”. Si tratta di proporre, esattamente, ciò che gli uomini attendono, oggi, dalla Chiesa; cioè, che essa “sappia camminare con loro, in particolare con i più soli ed emarginati”.

-“Educarsi alla mentalità di fede”. “Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come lui, a giudicare la vita come lui, a scegliere ed amare come lui, a sperare come insegna lui, a vivere in lui la comunione col Padre e lo Spirito Santo. L’ incontro con Gesù è la sorgente di un nuovo modo di pensare gli affetti, il lavoro, il riposo e la festa, l’ educazione, il dolore, la vita e la morte, il male e la giustizia.

-“Primato della comunità credente”. Come parlare di comunità cristiana in un tempo, in cui le appartenenze sembrano essersi allentate e in cui gli stessi credenti sembrano essersi abituati a ricondurre tutto alla loro valutazione personale ? Quale immagine danno di sé le comunità cristiane ? La comunità cristiana è, semplicemente, l’ assemblea liturgica? Oppure è l’insieme delle persone, che si danno da fare, col rischio che si sentano comunità solo coloro che sono impegnati in quelle determinate attività ?

La comunità cristiana ha bisogno di cura per i legami tra le persone. Le comunità anonime e fredde non appaiano il volto umano di un Dio, che è amore. La comunità deve valorizzare le soggettività e i diversi carismi: vocazioni, doti personali, esperienze spirituali e di aggregazioni. Questo stile, certamente, fa crescere il senso di responsabilità e di appartenenza. La comunità vive l’ esperienza della corresponsabilità, che comporta la condivisione di: idee, pensieri, progetti, iniziative, fatiche e sogni.

-“Alcune priorità per la comunità cristiana”. *Attenzione alla persona: “Mettere la persona al centro, per rinnovare la pastorale”. *Capacità di ascolto e di apertura all’ altro: “L’ ascolto va inteso anche come attenzione al tempo, alla storia e alla cultura”. *Progetto pastorale flessibile, capace di adattarsi alle varie situazioni:”In grado di essere strumento di vicinanza, dialogo, discernimento e personalizzazione del cammino di fede”. *Vivere l’ esperienza di fede: “Nell’ ascolto della parola di Dio, nella celebrazione e nella riflessione comunitaria sugli eventi, lasciando trasparire il vangelo attraverso l’ attenzione alle persone, alle situazioni e ai grandi problemi del tempo”. 

-“Cosa significa educare gli adulti alla fede ? “. La Conferenza Episcopale ha tracciato –nei vari documenti- un itinerario, capace di stabilire “relazioni vere” con ogni persona; questo è il cuore di ogni azione educativa. A tal proposito, Gesù stesso prende l’ iniziativa del dialogo con una domanda ai due discepoli di Giovanni. *Cosa cercate ? “Suscitare e riconoscere un desiderio”. La domanda di Gesù è una “pro-vocazione” a chiarire a sé stessi, che cosa si stia cercando nella vita. *Venite e vedrete: “Il coraggio della proposta”. Gesù ci mostra che, per stabilire un rapporto educativo, occorre un incontro, che susciti una relazione personale. *Rimasero con lui: “Accettare la sfida”. La relazione educativa esige pazienza, gradualità e reciprocità. Ha bisogno di un impegno duraturo. *Signore da chi andremo ? “Perseverare nell’ impresa”. La relazione con Gesù non continua per inerzia; ha, invece, bisogno di una rinnovata decisione. *Signore, tu lavi i piedi a me ? : “Accettare di essere amato”. Nel Cenacolo la relazione di Gesù con i discepoli vive un decisivo passaggio, quando il Signore compie il gesto della lavanda dei piedi. Vediamo che è difficile lasciarsi amare e credere in un Dio che si pone come servitore della vita. *Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri: “Vivere la relazione nell’amore”. Proprio come ci ha insegnato Gesù, che prima di congedarsi dai suoi, consegna loro, come testamento, il comandamento dell’ amore fraterno.

                                                                  Mons. Antonino Scarcione


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