"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

lunedì 30 ottobre 2017

La Festa dei Morti in Sicilia di Andrea Cammilleri

Andrea Cammilleri
Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. 
Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.

Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. 
Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. 
Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. 
Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. 
I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. 
Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.
I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. 
Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. 

A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. 
Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». 
Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine. Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. 

Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. 
Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. 
E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.

 (da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri)

domenica 29 ottobre 2017

Ottobre in Biblioteca, quarto appuntamento

Lunedì 30 ottobre alle ore 16:30, avrà luogo il quarto appuntamento dell'iniziativa organizzata dal Consiglio di Biblioteca, sotto la "regia" del componente Giuseppe Paternicò.




L'aforisma della Settimana

La Domenica con Gesù, XXX del Tempo Ordinario / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: “…Non molesterai il forestiero, né lo opprimerai…” Es 22, 20-26 . 
“Imitare Cristo per convertirsi al suo amore” 1Ts 1,5c-10 . 
“Il comandamento dell’ amore compendio della vita cristiana e della Scrittura” Mt 22,34-40.

Qual è il grande comandamento ? Secondo i rabbini d’ Israele, il terzo (= santificare il sabato), perché anche Dio lo aveva osservato. In realtà, la risposta di Gesù spiazza chiunque e va ben oltre. “Tu amerai…”; che è desiderio, attesa e profezia di felicità. Cosa bisogna fare, in un domani, per essere ancora vivi ? “Tu amerai”. Cosa faremo, anno dopo anno ? “Tu amerai”. E l’ umanità, il suo destino, la sua storia ? Semplicemente questo. L’ uomo amerà. Ed è tutto.

Contestualmente, vediamo che nel cuore rimane dell’ altro amore, anzi cresce e si dilata, quanto se ne richiede, per amare il marito, il figlio, la moglie, l’ amico e il povero. Ama con tutta la mente, perché l’ amore è intelligente. Infatti, se ami, capisci di più e prima. A questo punto, come afferma E.Ronchi, appare calzante il proverbio inglese, che suona così: “clarity, charity” (= chiarezza, carità). La chiarezza si raggiunge, percorrendo la via dell’ amore.

A Gesù avevano domandato quale fosse il comandamento grande. Lui, invece, ne elenca due. La novità della risposta consiste nel fatto che le due parole, Dio e prossimo, fanno un unico comandamento. Infatti, il prossimo è simile a Dio, perché “il fratello ha volto, voce e cuore simili a Dio”.

Ed, in fine, “amerai il prossimo come ami te stesso”. Ed è quasi “un terzo comandamento”: ama te stesso, amati come un prodigio delle mani di Dio, quale sei. Perché se non ami te stesso, non sarai capace di amare nessuno, saprai solo “prendere e accumulare, fuggire o violare, privo di gioia, intelligenza e stupore.

                                                                            Mons. Antonino Scarcione


sabato 28 ottobre 2017

Messo a dimora un albero nella piazzetta "dei Gesuiti" della Biblioteca comunale

Questa mattina, sabato 28 ottobre 2017, su iniziativa del Nobile Quartiere Monte Mira, dell'Associazione Mira 1163, della Fondazione Prospero Intorcetta e dell'Hotel Suite d'Autore, è stato donato un albero alla città di Piazza Armerina, per contrastare simbolicamente il disegno criminale di chi appicca gli incendi e per abbellire un angolo spoglio del meraviglioso centro storico della Città dei Mosaici.

Come scritto su queste pagine qualche settimana fa, con una lettera indirizzata al Sindaco, il dono di un albero cipresso da mettere a dimora nella piazzetta prospiciente il Collegio dei Gesuiti, nello spazio occupato precedentemente da un albero di mimosa, che per le avverse condizioni climatiche dello scorso inverno era essiccato.

La scelta dell’albero, un cipresso toscano, non è casuale ma risponde a precisi criteri, di sicurezza, in quanto le sue radici penetrano “a chiodo” nel terreno, evitando di fare sopraelevare la pavimentazione, e simbolico, in quanto rappresenta la vita.

A tale uopo, il cipresso veniva indicato dal poeta Gaio Valerio Catullo, vissuto nel periodo della Roma imperiale, “fra gli alberi che gli sposi erano soliti ricevere in dono a conferma del suo valore simbolico riconducibile al perpetuarsi della vita”. 

Inoltre, il cipresso rappresenta la saggezza e la nobiltà di una città e non a caso la allocazione in quel preciso posto viene abbinato alla figura del nostro concittadino, il  padre gesuita Prospero Intercetta, che nella stessa piazzetta trova posta in un monumento di pietra a suo tempo fatto realizzare dalla Fondazione omonima.

Alla cerimonia di messa a dimora dell’albero erano presenti il Sindaco, Filippo Miroddi, Francesco Galati, presidente dell’associazione Mira 1163, Filippo Rausa, presidente del Nobile quartiere Monte Mira, Vanessa Giunta, in rappresentanza della Fondazione Prospero Intorcetta; Ettore Messina, titolare della Suite d’Autore; mons. Antonino Scarcione, preposto della Cattedrale e consulente ecclesiastico del comitato Monte Mira, una rappresentanza della scolaresca dell’Istituto Comprensivo Cordova-Capuana, accompagnati dai proff. Danilo Laurella e Filippa Aleo e inoltre la past presidente della Fidapa, Agata Caruso e la rappresentante del Club Unesco, Anna Di Rosa.

Sono seguiti gli interventi del Sindaco, Filippo Miroddi, che ha ringraziato le associazioni nello specifico, per l'impegno e l'amore verso la Città; il dott. Ciccio Galati, il quale auspica che questo esempio sia da stimolo al mondo associativo piazzese per iniziative analoghe; Filippo Rausa, ha ringraziato la Tipografia Bologna di Francesco Di Bartolo per avere donato la targa, posta a memoria dell’iniziativa, la ditta New Garden Tech di Gagliano Daniela, per la fattiva collaborazione e per il dono dei fiori che sono stati posti a perimetro del cipresso, la partecipazione fattiva della Scuola del territorio, ringraziando la prof. Stefania Cincotta e le rappresentanti delle Associazioni intervenute.


Mons. Antonino Scarcione, nell’esprimere un pensiero sul simbolico momento della piantumazione dell’albero, ha collegato la natura (albero) e la cultura (Intorcetta), mettendo in evidenza che seppur rappresentano due concetti distinti, questi sono strettamente correlati. Infine ha impartito la benedizione. Con le foto ricordo si è conclusa la sobria cerimonia.  






   


   

 





venerdì 27 ottobre 2017

Domenica 29 ottobre torna l’ora solare, lancette indietro di un’ora

Lancette un’ora indietro: torna l’ora solare in Italia. Alle 03.00 della notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2017 dovremo infatti ricordarci di spostare indietro di un’ora le lancette degli orologi.
A causa dello spostamento indietro di un’ora delle lancette, vedremo calare il buio molto prima. La percezione di un vero e proprio “cambio di stagione” piuttosto che semplice “cambio orario” è determinata dal fatto che con questo evento il sole tramonterà prima, fino all’arrivo del solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno, giovedì 21 dicembre 2017.
L’ora solare durerà sino a domenica 25 marzo 2018, quando torneremo a spostare le lancette degli orologi un’ora avanti, anche se non tutti sono convinti dell’utilità di questa operazione, se si valutano attentamente i costi e benefici anche in termini di salute.

giovedì 26 ottobre 2017

Aspettando San Martino, il manifesto.....


Profumi e Sapori d'Autunno dal 27 al 31 Ottobre

Il 27, 28, 29 e 31 ottobre 2017 le vie del Centro Storico di Piazza Armerina (Via Mazzini, Via Marconi, Piazza Garibaldi, Via Cavour, Piazza Castello, Via Vitt. Emanuele, Via Umberto e Via Garibaldi) si riempiranno dei profumi e dei sapori della Sicilia Antica, per la I edizione della manifestazione promossa dall’ Amministrazione comunale - Assessorato alle Attività Produttive e dal Co.P.A.T. 
Gli ospiti potranno seguire i numerosi percorsi del gusto e insieme scoprire, con visite guidate, i monumenti ricchi di storia e le chiese aperte per l’occasione, o decidere di esplorare i dintorni scegliendo tra i vari tipi di escursioni proposte.
La manifestazione, che valorizzerà le nostre radici popolari contadine, sarà anche la vetrina delle birre artigianali siciliane, ospitate nei suggestivi cortiletti. 
Per i più piccoli attrazioni particolari ed animazioni, oltre al giro su cavalli e ciuchini. 
Allestite interessanti mostre per un evento all’insegna del binomio gastronomia-cultura e, tutte le sere, gli speciali momenti di intrattenimento completeranno il percorso alla scoperta delle radici del nostro territorio.


mercoledì 25 ottobre 2017

Aspettando San Martino, 18° Concorso di disegno e poesia; 1^ Sagra del Biscotto

                     

Anche quest’anno, per il diciottesimo anno consecutivo, il Comitato di Quartiere, per ricordare la figura di San Martino santo Patrono del Nobile Quartiere Monte Mira, a cui i piazzesi dedicarono la prima chiesa madre della città nel 1163, in collaborazione con il mondo della scuola l’Istituto Comprensivo Luigi Capuana/Filippo Cordova, il patrocinio del Comune, con gli Assessorati Turismo-Beni Culturali e Pubblica Istruzione, organizza il Concorso di disegno e poesia su “San Martino e la vendemmia” .

Il concorso di disegno e poesia per bambini e ragazzi è rivolto alla scolaresca dell’Istituto Comprensivo Capuana/Cordova il cui tema è:

“ San Martino, la Vendemmia ”

La premiazione si terrà nella mattinata di sabato 11 novembre presso l'Auditorium di sant'Anna, alle ore 11:00, alla presenza delle classi e dei vincitori.

Verranno premiati i primi tre elaborati per ciascuna delle classi partecipanti, inoltre verrà consegnato una cartolina di partecipazione a tutti concorrenti.   I disegni premiati verranno pubblicati sul sito del Quartiere Monte Mira

La manifestazione prevede la visita guidata presso la chiesa di San Martino dalle ore 9:00 alle 10:30, inoltre sarà proiettato il cortometraggio sulla vita di San Martino, realizzato dai ragazzi dell'Oratorio Giovani Orizzonti.

Nel pomeriggio, avrà luogo la I^ Sagra del Biscotto di San Martino con inizio alle ore 17:00, presso l'Auditorium di sant'Anna.

Per potere realizzare la Sagra, il Comitato di quartiere, sta chiedendo la partecipazione delle famiglie dei ragazzi frequentanti l'istituto Comprensivo, le famiglie del quartiere e di tutti i soci tesserati. 

Si chiede a gran voce la gentile partecipazione dei quartieranti, affinché anche questa iniziativa possa radicarsi nel territorio e negli anni diventare una consuetudine.  

                                                                                     Filippo Rausa

domenica 22 ottobre 2017

La Domenica con Gesù, XXIX del Tempo Ordinario / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: “…Io sono il Signore e non c’ è alcun altro, fuori di me… “Is 45,1.4-6 . 
“…Rendiamo grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presente l’ operosità della vostra fede…” I Ts 1,1-5b . 
“…Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio…” Mt 22,15-21.

E’ lecito, o no, pagare il tributo a Roma ? Insomma, tu stai con gli invasori o con la tua gente ? Ecco la trappola, ben congegnata dai farisei, per il giovane maestro. 
Con qualsiasi risposta, Gesù avrebbe rischiato la vita: o attraverso la spada dei Romani (quale istigatore alla ribellione contro i Romani), o attraverso il pugnale degli Zeloti ( quale sostenitore degli stranieri occupanti). Ma Gesù non cade nel tranello, anzi, bolla i farisei con l’ epiteto di ipocriti. 
E afferma: mostratemi la moneta del tributo. Siamo a Gerusalemme, nell’ area del tempio, dove era severamente proibito introdurre qualsiasi immagine umana, anche se incisa sulla moneta. 
I farisei, quindi, che hanno portato dentro il tempio la moneta pagana, sono proprio loro a violare la norma, perché reca impressa l’ effigie dell’ imperatore Tiberio. 
Essi sbagliano, infatti, seguono “la legge del denaro” e non quella di Mosè. Bisogna rendere, dunque, a Cesare quello che è di Cesare. 
Ecco perchè: perché abbiamo ricevuto istruzione, sanità, giustizia, coesione sociale, servizi, cultura, assistenza, dobbiamo, allora, “versare qualcosa”. 
Dare a Cesare significa, conseguentemente, pagare, tutti, le imposte. Come non applicare la chiarezza di Gesù ai nostri giorni su: manovre finanziarie, tasse e fisco ? Per i farisei di oggi, purtroppo, evadere le imposte, è diventata cosa normale. 

E aggiunge: Restituite a Dio quello che è di Dio. Come opportunamente dice E.Ronchi, “di Dio è la terra e quanto contiene”. L’ uomo è cosa di Dio. Di Dio è la nostra vita. Neppure essa ci appartiene. Ogni uomo e ogni donna vengono al mondo, come talenti d’ oro su cui è scolpita l’ immagine di Dio e l’ iscrizione: “tu appartieni alle sue cure”. Restituisci a Dio ciò che è di Dio, cioè te stesso. Dunque, a Cesare le cose, a Dio le persone. 
A Cesare oro e argento, a Dio l’ uomo. A me ed a ogni persona, Gesù ripete: tu non appartieni a nessun potere, resta libero da tutti. Ad ogni potere umano il Vangelo dice: non appropriarti del’ uomo. Non violarlo, non umiliarlo.

                                                                            Mons. Antonino Scarcione


venerdì 20 ottobre 2017

Ricordando Giorgio Boris Giuliano


AAA Museo a Palazzo Trigona cercasi.....

Prendiamo spunto dal post pubblicato da Totò Trumino nella sua pagina Facebook, per evidenziare di come dopo ben 6 anni dalla riapertura di palazzo Trigona, nulla sia cambiato, in quanto le promesse di una imminente apertura, di lì a poco, del palazzo a Museo Archeologico e del Territorio, sono svanite nel limpido cielo azzurro che si staglia sulla cima del Monte Mira ove è ubicato il prestigioso contenitore vuoto, con migliaia di reperti archeologici ben conservati nei magazzini dello stesso. 
E così mentre gli operatori, le attività produttive turistiche e i piazzesi in genere attendono il "miracolo", a succedersi in questi sei anni sono stati ben tre funzionari il dott. Gueli, la dott.ssa Oliva e l'attuale dott.ssa Susan. 
Al momento i risultati sono sotto gli occhi di tutti, stendiamo un velo pietoso......

Gita Turistica a Zafferana Etnea per l'Ottobrata e Randazzo.

I soci del quartiere, domenica 22 ottobre, parteciperanno ad un'altra meravigliosa iniziativa presso le località di: 
Zafferana Etnea (per la classica Ottobrata), 
e la visita nel corso della mattinata al centro storico dell'antica città di Randazzo
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Dopo la brillante gita del 26 agosto a Ragusa, Scicli, Castello di Donna Fugata e Punta Secca a "casa del Commissario Montalbano", una nuova esperienza di coinvolgimento ed agregazione per i Soci del quartiere è servita.