"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 26 novembre 2017

La Domenica con Gesù, GESU' CRISTO, RE DELL' UNIVERSO

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: “Tu ci guidi, Signore, alla vita” Ez 34,11-22.15-17 . 
“Cristo primizia di coloro che risorgono dai morti” 1 Cor 15,20-26.28 . 
“Siate misericordiosi come il Padre” Mt 25,31-46.

-Il brano del vangelo odierno è tradizionalmente conosciuto come la presentazione delle opere di misericordia corporali. Preliminarmente, vale la pena fermare la nostra attenzione su un interrogativo fondamentale: Perché dovrei compiere queste azioni di amore e di misericordia ? Questa domanda troverà la risposta alla fine della riflessione. Notiamo subito che questo brano è inserito nella scena del giudizio finale. Appare interessante notare, altresì, che queste sono le ultime parole di Gesù, prima della sua passione, morte e risurrezione.

Protagonista di questi versetti è, certamente, la figura del “Figlio dell’ uomo”.

-Il giudizio ultimo sarà sulla capacità di amare. Il giudizio, nella parabole, riguarda tutti gli uomini. Essi risultano divisi in due gruppi: quello delle pecore e quello delle capre. Ma su che cosa verterà il giudizio? Su che cosa saremo giudicati ? Certamente, sulla nostra capacità di amare come Dio ama, sulla volontà di “essere” strumenti della misericordia del Signore. Pertanto, l’ elenco delle opere di misericordia dev’ essere arricchito nella vita quotidiana, nell’ esistenza ed esperienza, affinchè la misericordia di Dio raggiunga coloro che sono segnati dalla sofferenza della vita, come i piccoli della storia: affamati, assetati, ignudi, carcerati, profughi e ammalati. Non dimenticando “l’ ottava opera di misericordia”, la cura del creato (Cfr. “Laudato SI’” di Papa Francesco).

Le opere di misericordia, inoltre, ci sollecitano a praticare uno stile di vita e un atteggiamento del cuore, modellati nel nostro essere e vivere secondo l’amore di Dio.

La Scrittura, fin dalle prime pagine, ci ricorda come l’ uomo sia stato creato ad immagine e somiglianza di Dio ed anche nella “Prima Lettera di Giovanni” emerge, chiaramente, come l’ essenza di Dio sia amore: pertanto, essere stati creati a sua immagine e somiglianza, significa imparare, ogni giorno, ad amare come egli ama. Le opere elencate da Matteo servono, quindi, a tracciare il giusto cammino di un amore misericordioso, di un itinerario, da compiere nella vita, pur rimanendo immersi nelle difficoltà quotidiane.

Vediamo che il brano di Matteo presenta all’ uomo due possibilità: la prima, vivere l’ amore misericordioso, secondo il modello di Gesù, servo. Esso conduce alla pienezza della felicità e della gioia, col dono agli altri della propria vita per amore, secondo l’ esempio stupendo dei santi. Così, si può raggiungere la piena identità di uomini creati ad immagine e somiglianza di Dio. La seconda consiste nella ricerca spasmodica ed irreale di un benessere puramente terreno. In questo caso, non solo si è impediti nel riconoscere il Cristo, presente nei piccoli e nei sofferenti, ma si rischia di smarrisce anche di perdere la propria identità, chiudendosi in un amore egoistico ed autoreferenziale, con la conseguenza di non saper più chi si è, giungendo sino alla depressione e alla disperazione.

La crisi antropologica dell’ uomo contemporaneo è fondata proprio su una crisi di identità: l’ uomo fatica a definirsi ed a comprendersi, probabilmente, perché “schiavizzato” da una cultura del benessere e dell’ economia produttiva.

                                                                             Mons. Antonino Scarcione

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