"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

mercoledì 1 novembre 2017

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa.

Testi: “La comunità dei segnati dal dono dell’ Agnello” Ap 7,2-4.9-14 . 
“Resi figli in Cristo, siamo chiamati alla piena comunione con lui nella vita eterna” 1 Gv 3,1-3 . “Le beatitudini come primato del dono sul benessere” Mt 5, 1-12a .

La riflessione fa tesoro di un intervento di Papa Francesco in occasione della Solennità di tutti i Santi. Colpisce per la semplicità ed efficacia del linguaggio. Egli, infatti, così argomenta. La parola del Signore risorto e vivo indica anche a noi la strada, per raggiungere la vera beatitudine. Essa è, certamente, un cammino difficile, ma il Signore ci dice che chi va per questa strada, prima o poi, diventa felice.

“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. Ci chiediamo, come possa essere felice una persona povera di cuore, il cui unico tesoro sia il Regno dei cieli. La ragione è proprio questa: essa, avendo il cuore libero da tante cose mondane, è “attesa” nel Regno dei cieli.

“Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati”. Come possono essere felici quelli che piangono ? Possono esserlo coloro che hanno la capacità di commuoversi, sentire nel cuore il dolore che c’è nella loro vita e nella vita degli altri. Saranno felici, perché “la tenera mano di Dio li consolerà e li accarezzerà”.

“Beati i miti”. Noi, invece, siamo talvolta impazienti, nervosi e pronti a lamentarci. Nei confronti degli altri abbiamo molte pretese. E quando ci “toccano”, reagiamo, alziamo la voce, quasi fossimo i padroni del mondo. Pensiamo, per un istante, a quelle mamme e papà, che sono tanto pazienti con i figli, “che, qualche volta, li fanno impazzire”. La strada della pazienza è quella del Signore: egli, da piccolo, ha sopportato la persecuzione e l’ esilio. Da grande, le calunnie, i tranelli, le false accuse in tribunale. Ha sopportato, per noi, persino la croce.

“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”. Sì, coloro che hanno un forte senso della giustizia, verso gli altri e verso sé stessi, saranno saziati, perché sono pronti ad accogliere la giustizia più grande, quella che solo Dio può dare.

“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”. Felici quelli che sanno perdonare, che non giudicano tutto e tutti. Il perdono è la cosa di cui tutti abbiamo bisogno. Per questo all’ inizio della Messa ci riconosciamo per quello che siamo, dei peccatori.

“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”. Se guardiamo la faccia di coloro che seminano zizzania, possiamo dire che siano felici ? No, non possono essere felici. Invece, coloro che, con pazienza, cercano di seminare pace e riconciliazione, questi, sì, sono beati, perché sono veri figli del Padre Celeste, che semina sempre e solo pace.

Vediamo bene che questa è la via della santità ed è la stessa via della felicità. Quella che ha percorso Gesù, anzi, è lui stesso questa Via.

Chiediamo al Signore la grazia di essere semplici ed umili, di saper piangere, di essere miti, la grazia di lavorare per la giustizia e la pace. Così hanno fatto i santi. Essi ci accompagnano nel pellegrinaggio terreno e ci incoraggiano ad andare avanti.

                                                                      Mons. Antonino Scarcione

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