"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 24 dicembre 2017

25 dicembre, Natale del Signore

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa

Testi: “Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace…” Is 52,7-10 . “Dio, molte volte…aveva parlato…per mezzo dei profeti,… in questi giorni…ha parlato a noi per mezzo del Figlio…” Eb 1,1-6 . 
“…Venne tra i suoi e i suoi non lo hanno accolto…E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi…” Gv 1,1-18.

Natale 2017. La luce di questo giorno è ineguagliabile. Come, giustamente, afferma Samuele Riva, il sole, che infonde luce, calore, energia e vita, oggi, viene eclissato da Cristo, sole di giustizia, sorto all’ orizzonte dell’ umanità. Da oggi si instaura uno spartiacque nella storia (prima di Lui e dopo di Lui), il mondo non è, non può e non vuole più essere come prima. Da questo giorno Dio è con noi, per noi e in noi, perché si è fatto uno di noi. Oggi, Dio ha voluto abbracciare l’ uomo e l’ uomo ha potuto abbracciare Dio, in un incontro tanto profondo, che non è più possibile vedere Dio senza vedere l’ uomo. Non è più possibile cancellare Dio senza cancellare l’ uomo. Oggi, l’ uomo, figlio prodigo, che aveva lasciato la casa del paradiso terrestre, ritorna a casa.

Nel testo profetico, Isaia descrive la bellezza e la dolcezza di questo ritorno, grazie a Gesù. In lui Dio ritorna a “passeggiare nel giardino del mondo e a parlare con l’ uomo”. E’ un momento di gioia indicibile, perché inizia il riscatto dalla nostra schiavitù, c’ è la ripresa della nostra dignità e la risurrezione dalla nostra morte.

Nell’ evento, è in gioco la nostra capacità e la nostra volontà di accoglienza: solo accogliendo il Signore, è possibile il riscatto, la ripresa, la resurrezione e la consolazione. La salvezza è un’ esperienza alla portata di tutti, è sufficiente volerla.

Tuttavia la gioia del Natale è, ogni anno, una gioia “inquinata” dal constatare il dramma di una parte dell’umanità, che “rema contro” il progetto di Dio. Per fortuna e per grazia, la Parola, che salva, risuona incessantemente nella storia. Dio, spirito assoluto, diviene carne mortale, mostrando il vero volto dell’Altissimo: Colui che non scherza, quando si tratta di amare, Colui che obbedisce all’ amore anche quando la grazia diviene “a caro prezzo”, secondo un’ incisiva espressione di D. Bonhoeffer.

E la nostra adorazione è ispirata, oggi, dalla pagina più difficile e più mirabile di tutta la liturgia natalizia. In essa siamo invitati a scrutare il mistero del Verbo di Dio, il Figlio eterno del Padre, generato e non creato. C’è, poi, un dramma enorme: Dio, immenso, ha dato a noi, povere creature, il potere di ignorarlo, rifiutarlo ed emarginarlo, come afferma Giovanni nel prologo al vangelo.

Nessun Signore umano farebbe mai una cosa simile. Vediamo che questo è il giorno “ammirabile”, cantato dai Padri della Chiesa: Dio si fa uomo, affinchè l’ uomo diventi Dio. E come “in quel tempo” il Verbo si è fatto carne, così adesso continua a farsi carne e oggi viene ad abitare in mezzo a noi.

                            Mons. Antonino Scarcione   







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