"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 8 aprile 2018

La Domenica con Gesù, II di PASQUA /B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Un cuore solo e un’ anima sola…” At 4,32-35 . 
“…Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo…” 1 Gv 5,1-6 . 
“…Tommaso…non era con loro…Egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e…la mia mano nel suo fianco, io non credo!...” Gv 20,19-31.

“Venne Gesù a porte chiuse”. E’ veramente confortante pensare che egli non se ne vada, anche se trovasse la porta chiusa. Infatti, come opportunamente dice Ermes Ronchi, otto giorni dopo, il Signore è ancora là, ad aspettare. Si reca da coloro che “sanno solo abbandonare” l’ amico in grave difficoltà. E’ proprio lui, il “tradito”, che ritorna da coloro che lo ”hanno consegnato” ai nemici. Le sue apparizioni, dopo la resurrezione, non hanno il clamore di un’ imposizione.

Egli è colui che si preoccupa del pianto della Maddalena e delle donne, che”corrono” al sepolcro, per profumare il suo corpo martoriato. Il Signore, che si prende cura delle paure degli apostoli, della difficoltà a credere di Tommaso, delle reti vuote dei suoi amici, quando torneranno sul lago a pescare.

Nella sua esistenza terrena, Gesù non viene a chiedere, bensì, a portare aiuto.

“Pace a voi”. E’ un’ affermazione e indica: c’ è pace per voi, c’ è pace dentro di voi. “Shalom”, invece, è un termine, che indica molto di più di “fine della guerra” o delle violenze.

“Ricevete lo Spirito Santo”. E’ un ‘invocazione e su quelle persone impaurite “scende il vento delle origini”, quello che soffia all’ inizio della creazione. La brezza sottile del monte Oreb sul profeta Elia, quello che, successivamente, scuoterà le porte chiuse del cenacolo.

“Ecco, io vi mando !” E, così come sono, fragili e lenti, li invia in tutto il mondo. Sostenuti, soltanto, dalla sua forza e dal suo Spirito, che “soffierà su di loro e li riempirà di Dio”. Adesso il colpo di scena: Tommaso, il discepolo incredulo. Gesù gli dice: “metti qua il tuo dito nel foro dei chiodi e non essere più incredulo, ma credente”. Vediamo che Gesù, risorto, porta ancora le piaghe della crocifissione. “Porta l’ oro delle ferite, che ci hanno guariti. Nelle ferite c’ è l’ oro del suo amore. Quelle cicatrici sono sacre, perché c’ è Dio, come una goccia d’ oro.

Balza evidente che Gesù non si scandalizza del dubbio di Tommaso e non gli rimprovera la fatica del credere, ma si avvicina a lui e tende le mani verso le cicatrici, dove il suo amore infinito ha scritto il racconto d’ oro. A Tommaso basta un solo gesto di assenso. Colui che non ti giudica, ma ti incoraggia e ti dà una mano, dove “riposare e riprendere fiato”, è proprio Gesù.

“Beati quelli che non hanno visto, eppure, credono !” Una beatitudine che vale per me e per tutti noi: per chi non vede e per chi ricomincia il cammino di fede. Per noi, che ogni otto giorni, nelle domeniche, continuiamo a radunarci nelle chiese nel suo nome, dopo millenni. “Beati noi, che lo amiamo, pur senza averlo visto”.

                                                                        Mons. Antonino Scarcione

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