"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 5 agosto 2018

La Domenica con Gesù, XVIII Del Tempo Ordinario / B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Al tramonto mangerete carne e al mattino…pane…La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento: al mattino uno strato di rugiada…C’ era una cosa fine e granulosa…Gli israeliti…Si dissero l’ un l’ altro: “Che cos’ è ?...E’ il pane che il Signore ha dato…” Es 16,2-4 . 
“…Abbandonare l’ uomo vecchio…Rinnovarvi nello spirito…Rivestire l’ uomo nuovo…” Ef 4,17-20-24 . 
“…Voi mi cercate…Perché avete mangiato di quei pani…Datevi da fare…per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’ uomo vi darà…” Gv 6,24-35.

La folla chiede a Gesù: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio ?“ . Compiere le opere di Dio è cosa ben diversa di quella di osservare i comandamenti. Come, opportunamente, afferma il teologo Ronchi, ad esempio, opera di Dio è la creazione, la liberazione del popolo dalla schiavitù ed inoltre la costruzione, nonostante le delusioni, di “una storia di alleanza”. E’ parteciparvi, essere capaci di creare strade che conducano alla libertà e a legami di alleanza con tutto ciò che vive.

C’ è una regola fondamentale, per interpretare la Bibbia: “Ogni indicativo divino diventa un imperativo umano”. Cioè, tutto ciò che è descrittivo di Dio diventa prescrittivo per l’ uomo. Vediamo che una breve sintesi riassume questa regola fondamentale: “Siate santi, come io sono santo”. Il fondamento etico del sacro testo è, quindi: “Fare ciò che Dio fa, agire come agisce Dio, comportarsi come Lui si è comportato, proprio come Gesù ci ha mostrato”.

“Questa è l’ opera di Dio, credere in colui che egli ha mandato”. Evidentemente, al centro della fede vi è l’ incrollabile fiducia che Dio è Gesù, uno che sa soltanto amare, guaritore del disamore del mondo. Notiamo subito che nel Signore non vi è alcun aspetto minaccioso, ma soltanto “ le due ali aperte di una chioccia, che protegge e custodisce i suoi pulcini” (Cfr. Lc 13,34 ).

Gli dicono, “quale segno fai, perché vediamo e possiamo crederti ? Ecco la risposta: “Io sono il pane della vita”. Infatti, nutrire la vita è l’ opera di Dio; offrire “bocconi di vita ai morsi dell’ umana fame”. Il Pane del cielo cerca l’ uomo: vuole “addentare” la vita, goderla e gioirne in comunione, “inebriarsi” del vino di Dio, “che ha il profumo della felicità. Io sono il Pane, che alimenta la vita. L’ uomo nasce affamato e il pane della vita sazia la fame, ma poi la riaccende e sveglia in noi un desiderio di più vita, più libertà, più creatività e più alleanza tra Dio e l’ uomo (L. Ciotti).

“Come un tempo ha dato la manna ai padri vostri nel deserto, così oggi ancora Dio continua a dare”. Affiorano, a questo punto, due parole semplici, eppure chiave di volta della rivelazione biblica: “Dio non domanda, ma dà; Dio non pretende, ma offre; Dio non esige nulla, ma dona tutto”. Ed, inoltre, Dio non dà cose, Egli dà sé stesso. E donandoci sé stesso, ci dà tutto. Qui, ci troviamo davanti ad uno dei vertici del Vangelo, ad uno dei nomi più belli di Dio: Egli è datore di vita. E ci chiama ad essere, come lui, datori di vita.

                                                                   Mons. Antonino Scarcione  

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