"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 9 settembre 2018

La Domenica con Gesù, XXIII del Tempo Ordinario / B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Ecco il vostro Dio…Si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi…” Is 35,4-7a . 
“…Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite : Tu siediti qui, comodamente” e al povero dite: “Tu mettiti là in piedi”…Non fate forse discriminazione ? Gc 2,1-5 . 
“…Gli portarono un sordomuto…Emise un sospiro e gli disse: “Effatà, cioè, Apriti”…Gli si aprirono gli occhi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente…” Mc 7,31-37. 
 
Vediamo che Gesù cammina attraversando la Galilea, le città fenice di Tiro e di Sidone, fino alla Decapoli. Gesù, “uomo senza confini”, come afferma E.Ronchi, mette insieme e “cuce” i lembi di una ferita, sempre alla ricerca di una dimensione dell’ umano, che accomuna tutti, a prescindere da ogni divisione culturale, religiosa e razziale. Gli portarono un sordomuto, un uomo “imprigionato nel silenzio” . Ma viene portato da una comunità, che gli vuole bene, fino quel maestro straniero, per il quale ogni terra è patria. 
 
Lo pregarono di imporgli la mano. Ma Gesù fa ben di più. Infatti, appartiene alla pedagogia dell’ attenzione, perché alle parole fa seguire i gesti. Il Signore lo prende e lo porta con sé, in disparte, e, così, gli esprime un’ attenzione particolare. Non è più un emarginato, adesso è il preferito. Gesù, successivamente, pose le dita negli orecchi del sordo: il tocco delle dita e delle mani che parlano senza parole. Notiamo che Gesù entra in un rapporto corporeo, come quello di un medico ricco di umanità. Poi, tocca la sua lingua con la saliva. Come se dicesse: Ti dò qualcosa di vitale, che sta nella bocca insieme al respiro e alla parola. Questo, certamente, appare come un vangelo di contatti, di odori e di sapori. Guardando, quindi, verso il cielo, gli disse: “Effatà”, cioè, Apriti ! In aramaico, nella lingua del cuore. Apriti agli altri e a Dio. Gesù parte dalle orecchie, perché sa parlare solo chi sa ascoltare. Gli altri alzano barriere comunicative, quando parlano. Gesù non guarisce i malati, perché diventino credenti, ma per creare uomini liberi, perché, come afferma Sant’ Ireneo, “La gloria di Dio è l’ uomo vivente”, l’ uomo ritornato nella pienezza della vita. 
 
                                                                       Mons. Antonino Scarcione
 

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