"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 23 settembre 2018

La Domenica con Gesù, XXV del Tempo Ordinario / B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


“Condanniamo il giusto a morte infame” Sap 2,12.17-20 . 
“Dove c’ è gelosia, c’ è disordine” Gc 3,16-43 . 
“Se uno vuole essere il primo, sia servo di tutti” Mc 9,30-37.

Il valore evangelico degli ultimi. Gesù, “maestro inascoltato”, anche dai suoi amici. Sono i momenti dolorosi, nei quali i vicini diventano lontani. In alternativa, i lontani (gabellieri, donne di strada, peccatori…) diventano vicini. Come, opportunamente, afferma lo studioso, Alberto Carrara, esaminando il testo del vangelo odierno, si notano tre passaggi, individuabili in tre paragrafi. Nel primo: Gesù attraversa la Galilea ed annuncia il suo messianismo, che “passa attraverso la sua morte e resurrezione”. Nel secondo: a Cafarnao, Gesù e i suoi entrano in casa. Gesù chiede loro di che cosa avessero parlato per strada (avevano discusso, chi di loro fosse il più grande ). Nel terzo: Gesù colloca un bambino in mezzo e dice: “chi accoglie un bambino accoglie me…”.

I tre paragrafi si articolano in due ambiti spaziali: la strada e la casa. La strada è dominata dalla “passione” umana, che ha alla radice, l’ imitazione e il confronto. Noi, talvolta, viviamo in funzione degli altri. “Non siamo, quindi, liberi, perché divorati dall’ invidia, che è l’ esito della mania collettiva del confronto e dell’ imitazione”.

Il grande scrittore francese, La Fontaine, ha ripreso con eleganza la famosa favola de “La rana e il bue”. Una rana vide un bue. Essa, invidiosa dell’ enorme grandezza di quell’ animale, si distende, si gongia…per eguagliarlo. Si gonfiò così tanto, che scoppiò…Il mondo è pieno di gente che non è affatto più saggia della rana… Dunque, la rana non si accontenta di essere una rana, vuole diventare come il bue. E, mentre fa questo, non guarda a sé stessa, per vedersi e giudicarsi, ma si rivolge all’ amica rana e delega ad essa il giudizio su di sé. Essa, adesso, non solo dipende dalla dimensione del bue, ma anche dal giudizio che danno altri.

Infatti, l’ invidia è una forma drammatica di esproprio. Gli altri ed il confronto con loro diventano l’unità di misura del nostro comportamento. Si può aggiungere, inoltre, che la nostra società, dominata dell’ informazione, è più esposta agli altri, di quanto non lo fossero quelle delle precedenti generazioni. Poiché quella attuale risulta ancora più portata al confronto ed all’ imitazione.

La gente “lascia le case e per le vie si spande:/ e mira ed è mirata” (Cfr. G.Leopardi, “Il passero solitario” ) . A proposito di “internet”, “non è affatto strano che si parli di “piazza virtuale”, di un luogo pubblico, dove ci si vede, ci si confronta, si imita.

Al termine del cammino Gesù ed i suoi entrano in casa. Egli si siede e dice: “Siate gli ultimi, diventate bambini”. E’ opportuno ricordare che il bambino, presso le società antiche, era marginale e trascurato, non aveva nulla, non era nessuno, non poteva, quindi essere imitato e tanto meno invidiato.

Si potrebbe dire che il discepolo, invece, è invitato dal Signore a “passare dalla strada alla casa, dallo spazio indistinto, in cui ci si confronta, si imita e si invidia, allo spazio familiare, nel quale ci si apre al fratello, per lavargli i piedi e servirlo”.

                                                                         Mons. Antonino Scarcione


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