"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 7 aprile 2019

La Domenica con Gesù, V^ di Quaresima / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Ecco, io faccio una cosa nuova…Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa…” Is 43,16-21 . 
“…Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù…Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura…” Fil 3,8-14 . “…Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei…Donna…nessuno ti ha condannata ? Neanche io ti condanno; va’ e d’ ora in poi non peccare più” Gv 8,1-11.

Come afferma E. Ronchi, la pagina del vangelo odierno di Giovanni propone una “trappola”, ben congegnata, contro Gesù, dagli scribi e dai farisei. Essi lo mettono alla prova, perché si schieri o contro Dio o contro l’ uomo. Gli conducono una donna. Una donna senza nome. Infatti, per scribi e farisei, essa non è una persona. E’ il suo peccato, un oggetto, che si prende, si porta, si mette ora di qua ora di là. Si può mettere anche a morte. Essi sono diventati “funzionari del sacro”, fondamentalisti. Certo, quella donna ha sbagliato. Ma, la sua uccisione sarebbe molto più grave del peccato che ha commesso.

Gesù si china e scrive col dito per terra. In questo modo, è come se invitasse tutti a tacere, a mettersi ai piedi del mistero della persona e non ai piedi di un codice penale. Così, pronuncia le parole, diventate ormai proverbiali: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. A questo punto, vediamo che Gesù, con una semplice battuta, manda all’ aria tutto il vecchio ordinamento legale. Le sue, sono parole contro le quali nessuno può cotrobattere.

Quindi, il Signore si mette in piedi, all’altezza del cuore della donna, all’altezza degli occhi, per esserle più vicino e, con un rispetto, dovuto ad una principessa, la chiama “ donna” (domina=signora), come farà con sua madre: “Nessuno ti ha condannata ? Neanche io ti condanno”. Questi è il vero maestro: non condanna né assolve; ma “libera” il futuro di quella donna, cambiandole non il passato, ma l’ avvenire. “ Va’ e non peccare più”.

Ancora una volta, il Signore sorprende il nostro cuore “fariseo”. Egli è la salvezza. Infatti, non chiede alla donna, da dove venga, ma dove sia diretta; non le domanda che cosa abbia fatto, bensì, cosa farà. E si rivolge alla luce profonda di quella persona, come uno scriba sapiente, il quale afferma: “Scrivo con una minuscola bilancia, come quella dei gioiellieri. Su un piatto depongo l’ ombra, sull’ altro la luce. Un grammo di luce fa da contrappeso a diversi chili d’ ombra…” (Ch Bobin ).

Le dice : “Donna, tu sei capace di amare, tu puoi amare bene, amare molto. Questo tu farai…”. Così, Gesù apre le porte delle nostre prigioni e smonta i patiboli, su cui appendiamo noi stessi e gli altri. Lui sa bene che solo uomini e donne perdonati e amati possono diffondere nel mondo perdono e amore.

                                                                   Mons. Antonino Scarcione

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