"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 2 giugno 2019

La Domenica con Gesù, ASCENSIONE DEL SIGNORE / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Gesù…detto questo…mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi…” At 1,1-11 . 
“…Egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di sé stesso…” Eb 9,24-28;10,19-23 . 
“…Alzate le mani, li benedisse…Si staccò da loro e veniva portato su, in cielo…” Lc 24,46-53.


Benedetto XVI afferma, saggiamente, che l’Ascensione è “la navigazione del cuore, che ti conduce dalla chiusura in te all’ amore che abbraccia l’ universo”. A questa navigazione Gesù chiama gli undici, un gruppetto di uomini impauriti e confusi, un nucleo di donne coraggiose e fedeli. Li spinge a pensare in grande, ad essere “il racconto di Dio a tutti i popoli”. Nel momento dell’ addio, Gesù allarga le braccia, li raccoglie e li stringe a sé, prima di inviarli nel mondo intero.

L’ Ascensione è, quindi, un atto di enorme fiducia di Gesù in quegli uomini e donne che lo hanno seguito e molto amato: affida, infatti, alla loro fragilità il mondo, il vangelo e li benedice. Notiamo che l’ ultima immagine del Signore è questa: una benedizione che da Betania raggiunge ogni discepolo.

Gesù non è lontano da noi, in qualche angolo remoto dell’ universo. E’ asceso nell’ intimo del creato e delle creature. Possiamo affermare che, come dice E. Ronchi, “nel mondo non esiste solo la forza di gravità verso il basso, ne esiste un’ altra verso l’ alto, che ci fa eretti, rende verticali gli alberi, i fiori, la fiamma, solleva l’ acqua delle maree e la lava dei vulcani: è una nostalgia del cielo”. Il Signore è asceso nel profondo delle creature. Se fossi capace di avvertire questo, scoprirei la sua presenza dovunque.

L’ evangelista Luca conclude così: i discepoli tornarono a Gerusalemme con grande gioia. Dovevano, in verità, essere piuttosto tristi, ma, da quel momento, avvertirono dentro un immenso amore, capace di abbracciare l’ universo. Essi vedono, in Gesù, che l’ uomo non finisce con la morte, che un altro mondo è possibile, che la realtà non è solo quella che si vede, ma essa si apre su “un oltre”; che in ogni sofferenza Dio ha immesso scintille di risurrezione, di luce nel buio e crepe nei muri delle prigioni: “Dio è un esperto di evasioni” (M.Marcolini)

                                                                      Mons. Antonino Scarcione

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