I Lettura. "...Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche ! Ecco, io faccio una cosa nuova..." Is 43, 18-19. 21-22. 24b-25
Sal 40. " Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono. "
II Lettura. "Tutto in Lui è stato "sì ". 2 Cor 1, 18-22
Vangelo. " Ti sono perdonati i peccati..."
Nel primo capitolo di Marco abbiamo assistito ad una serie di fatti, che hanno segnato un interesse crescente per la persona di Gesù. Solo che la gente si è fermata, semplicemente, all'aspetto esterno delle cose, non è andata al di là, con lo sguardo della fede.
Le persone, infatti, sono ancora all' oscuro sulla persona e l'opera di Gesù. Adesso, invece, con la guarigione del paralitico, inizia una serie di controversie, attraverso le quali si precisano due prese di posizione su Gesù stesso: 1) L'ostilità degli scribi e dei farisei e la fede, che permette alla gente di capire la vera identità del Signore.
Proprio la guarigione del paralitico segna un passo avanti nella rivelazione del mistero di Gesù. Il brano è composto da due parti: a) la guarigione del paralitico; b) la discussione, con gli scribi, sul suo potere di rimettere i peccati.
L'attenzione del lettore è orientata, così, gradualmente, su Gesù, vero centro della narrazione. Notiamo che egli osserva gli atteggiamenti del malato e dei portatori e ne coglie la radice profonda: "...la loro fede". Proprio per questo si interessa, immediatamente, del malato, chiamandolo "figlio". Prima, però , interviene ad un livello più profondo con le parole: " Ti sono perdonati i peccati".
Con questa frase, Gesù proclama apertamente uno degli aspetti essenziali della sua missione e della sua persona: Egli ha, cioè, l' autorità di rimettere i peccati.
Qui, appare più chiaro il messaggio di Gesù: il tempo presente è tempo di grazia, è opportunità di ricominciare, anche dopo l'errore, lo smarrimento e il peccato dell'uomo. Gli scribi, presenti all'evento, pensano, in cuor loro,che Gesù stia "bestemmiando", perché, giustamente, ritengono che l' unico, che possa rimettere i peccati, sia Dio.
L'efficacia della parola di perdono dei peccati non è visibile, né constatabile; ma dire ad un paralitico "alzati e cammina" è un fatto che tutti possono verificare.
La guarigione del paralitico diventa, allora, la prova tangibile che Gesù' ha in sé un potere,che viene dall' alto, che gli permette di perdonare i peccati: " Perché sappiate che il Figlio dell' uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra..." alzati, prendi la tua barella e va' a casa tua".
L'intento dell'evangelista è quello di affermare che, come il paralitico, in forza della parola di Gesù', è guarito, così il peccatore, in forza della stessa parola, è perdonato.
Tuttavia, nel tempo presente - tempo di grazia e di misericordia- il Figlio dell' uomo si avvale della sua autorità, non per punire il peccato, ma per dare salvezza e perdono a chi crede in Lui.
Marco conclude la narrazione, notando che la gente comincia ad interrogarsi sull' identità di Gesù e dice: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!" Come possiamo osservare, lo stupore dei presenti diventa il primo passo verso la fede.
Il paralitico è un uomo "bloccato" dalla malattia. La guarigione lo rimette in piedi e gli consente di riprendere la relazione con il mondo. Il peccato, invece, blocca l' uomo nell' egoismo, nell' orgoglio e nella solitudine.
Il perdono lo libera e gli consente di fare nuovi progetti. Proprio per questo, Dio ha inviato Gesù a spezzare il pane del perdono.
Così, la vita diventa una bella "avventura", perché è sempre possibile, ogni mattina, aprendo gli occhi, affermare: Oggi ricomincio.
Ma, è, veramente, possibile ricominciare sempre ? Sì, è possibile, per chi si appoggia a Dio, il quale, attraverso il profeta Isaia, dice: " Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche ! Ecco, io faccio una cosa nuova "( Is 43, 18-19 ) .

Né questo significa che Egli faccia tutto da solo, senza il coinvolgimento del peccatore. Anzi, è bene ricordare che senza la nostra collaborazione, come, opportunamente, scrive Sant'Agostino, non ci può essere salvezza: " Dio, che ti ha creato senza che tu lo voglia, non ti salva senza che tu lo voglia". E non è un bisticcio di parole.
Mons. Antonio Scarcione
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