……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.
Testi:
"...Ecco, io apro i vostri sepolcri...o popolo mio, e vi riconduco nella
terra d' Israele..." Ez 37, 12-14.
"...Ora se Cristo è in voi, il
vostro corpo è morto per il peccato, ma lo spirito è vita per la
giustizia..." Rm 8, 8-11.
"...Io sono la risurrezione e la vita; chi
crede in me, anche se muore, vivrà...Lazzaro, vieni fuori ! " Gv 11, 1-45.
La
morte ci turba. Anche Sant'Agostino diceva, giustamente, di averne
paura. Noi stessi, quando siamo giovani, evitiamo di pensarci,
quando diventiamo adulti, essa ci spaventa, perché, come ripetiamo, tra
noi e noi, "abbiamo ancora tante cose da fare". Però, ogni
volta che perdiamo un amico o un familiare, non possiamo non riflettere su
questo drammatico evento, anche se l' abbiamo rimosso psicologicamente
Vediamo,
invece, che Gesù, davanti alla morte, rimane calmo, fiducioso nella
risurrezione e nella vita eterna, offerteci da Dio. Di fronte alla
morte, possiamo dire che i familiari di Lazzaro conservano la fede in
Gesù ? E noi ? Risulta, comunque, abbastanza chiaro, che la risurrezione di
Lazzaro è un segno, che aiuta a comprendere chi sia veramente Gesù e come
ci mostri il dono, che Egli fa a ciascuno di noi, di strapparci, cioè, al
potere della morta, restituendoci ad una vita di pienezza e di gioia.

-
"Io sono la risurrezione e la vita". La morte di Lazzaro ha tutte le
caratteristiche di un accadimento ormai irreparabile: egli è già da
quattro giorni nel sepolcro. Non resta che rassegnarsi all' inesorabile potere
della morte. Ma è proprio a partire da qui che la
narrazione evangelica ci aiuta a decifrare l'identità di Gesù.
* L'
amicizia di Gesù per Lazzaro ed il dolore per la perdita dell' amico: il
pianto di fronte alla tomba di Lazzaro ci richiama la sua umanità
straordinaria, che sa condividere le pene e le sofferenze degli uomini fino in
fondo.
*
Davanti alla morte, Gesù non abbandona il "campo". A Marta Egli
ricorda che "suo fratello risusciterà". Vuole che creda in lui. E' a
questo punto che arriva la professione di fede: " Si', o Signore, io credo
che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, che deve venire nel mondo".
* Solo
dopo questo, Gesù va verso la tomba e compie un gesto inequivocabile di potere
sulla morte. Il Messia, il Figlio di Dio, è più forte della morte. Ecco,
quindi, il grido di Gesù: "Lazzaro, vieni fuori! ".
*
Credere a Gesù significa, però, raggiungere la vita eterna: una pienezza
sconosciuta per l' eternità.
* La
risurrezione di Lazzaro "provoca" la fede di quelli che erano venuti
dalle due sorelle, per consolarle.

-
Nessuna risurrezione senza la morte. Notiamo che Gesù non "sopprime"
la morte, ma - precisamente attraverso la morte - ci salva con la sua
risurrezione. Gesù stesso conoscerà l' oscurità della morte, prima di
entrare nella risurrezione. La nostra fede nella risurrezione, quindi, non nega
la morte, ma afferma che la morte è stata vinta.
Mons. Antonino Scarcione
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