……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
Testi:
"...Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore..."
Ger 31,31-34 .
Crea in me, o Dio, un cuore puro..." Sal 50 . "Cristo,
nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti
grida e lacrime...e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito..."
Eb 5, 7-9.
"...Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane
solo; se invece muore, produce molto
frutto..."
Gv 12, 20-33.
Come i
greci, che si sono avvicinati a Filippo, anche noi vorremmo "vedere
Gesù". Ma Gesù desidera, invece, che noi crediamo e accettiamo la
logica "paradossale", che emerge dalla sua morte e resurrezione.

- Sì, per
quanto sembri sconcertante, per vincere la morte Gesù deve lasciarsi
"inghiottire" da essa, al punto da sembrare un perdente. E, proprio
l' ora della croce, quando Gesù viene inchiodato al patibolo, è l'
ora della gloria.
- Solo l'
immagine del chicco di grano, che deve marcire, per portare frutto, ci può
essere di aiuto. E' una legge della natura: il seme deve conoscere la morte,
per far nascere una nuova vita. A vederlo marcire, sembra che tutto
finisca:è il fallimento più completo.
- E,
invece, no. Paradossalmente, da ciò che marcisce esce la vita. E' una legge di
natura, ma è anche la storia di Gesù. La sua esistenza subisce la condanna, le
umiliazioni, gli insulti. Il suo corpo sanguinante "conosce" l'
agonia. Sembra ridotto al nulla. E, invece, risulterà vittorioso. Attraverso il
passaggio angusto della morte giunge alla resurrezione e alla gloria. E offre
salvezza a tutti quelli che credono.
- La
strada del discepolo. Egli sa che la strada del Maestro è anche la sua. Anche
lui deve "perdere" la sua vita, se vuole "trovare" la
vita eterna. Ma è possibile un simile percorso? Oppure è al di là delle nostre
forze ? E che cosa sostiene il cristiano, quando avverte, presenti, il pericolo
e il rischio, che aveva messo in conto, pur di rimanere fedele al Signore ?
Perchè, quando si tratta di marcire e morire sopravvengono anche l' angoscia,
lo smarrimento e la paura. Che ne è della mia vita ? - ci si domanda.
Sarà ingoiata inesorabilmente dalla violenza, dalla cattiveria e dalla
brutalità ? Scomparirà, senza che nessuno se ne accorga ? Nessuno può
affrontare la croce e la morte, se non è sorretto da una fuducia incrollabile
in Dio.
- Le
risorse: la fede e l' amore. Certamente, il turbamento c' è. Ma c' è anche una
fiducia incrollabile nel Padre, che non abbandona il Figlio alla morte, un
Padre, che non ci abbandona, perchè siamo suoi figli. Solo una grande fede
permette al discepolo di affrontare i momenti oscuri, in cui è chiamato a
morire all' egoismo e all' orgoglio, alle sicurezze ed ai suoi progetti.

Mons. Nino
Scarcione
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