Testi: “…Ecco, una vedova che raccoglieva legna…Elia le disse:…Prendimi un po’ d’ acqua…un pezzo di pane…Poi mangiarono lei, lui e la casa…La farina della giara non venne meno e l’ orcio dell’ olio non diminuì”. 1 Re 17,10-16 . “Loda il Signore, anima mia”. Sal 145 . “…Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato…apparirà una seconda volta…a coloro che l’ aspettano per la loro salvezza”. Eb 9,24-28 . “…Gesù…Seduto di fronte al tesoro osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma…una vedova povera vi gettò due monetine…Chiamati a sé i suoi discepoli, disse:…Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri…” M 12,38-44.
Il brano del vangelo odierno (Mc 12,38-44) viene riportato, in modo più stringato, anche da Luca (20,45-21,4). Lo scenario, in cui Gesù si muove, è incentrato su un contrasto di personaggi e di punti di vista. Tutto viene rappresentato in un dittico.

-L’offerta dei ricchi e quella della povera vedova. Nel secondo pannello, troviamo una povera vedova, che si avvicina al tesoro del tempio. Nel racconto, questa poveretta rimane anonima, proprio come l’ altra vedova del’A.T. Ciò favorisce l’ empatia del lettore: presone sole, marginali, che trasformano, però, la disperazione in speranza. Vediamo che Gesù si trova nell’ atrio del tempio, dove potevano entrare le donne, in cui si trovava la stanza del tesoro. Là vi erano tredici cassette a forma d’ imbuto, dove venivano versate le offerte. Il verbo “versare/gettare” ricorre ben sette volte. Un addetto del tempio riceveva gli oboli e, prima di gettarli nelle cassette, proclamava, a voce alta, l’ entità della somma. Naturalmente, i ricchi potevano sfoggiare la loro ricchezza, che, allora, era considerata segno della benedizione divina, in contrasto con la maledizione della condizione vedovile. La povera vedova getta nel tesoro appena due spiccioli, di modesto valore.

L’ episodio della vedova può essere letto da due punti di vista. Uno positivo, che è l’elogio della vedova e della sua generosità. Il messaggio, infatti, è chiaro: l’ incontro con Dio non si realizza mediante riti esterni, più o meno sontuosi, bensì, attraverso gesti semplici e silenziosi, nei quali ogni persona abbandona le proprie sicurezze, per “gettarsi totalmente” nelle mani di Dio. Nella Bibbia, sono questi poveri i veri credenti, essi non puntano sull’ apparenza, ma sull’ amore e la fiducia.
Dall’altro punto di vista, la narrazione può anche configurarsi come critica dell’ ipocrisia e dell’avidità, radice di tutti i mali, della violenza vorace di un sistema religioso perverso, che costringe una vedova a dare tutto, compreso l’ indispensabile. Se quella donna aveva versato quella somma, è perché era convinta di quello che le avevano insegnato proprio quegli uomini del sistema, beneficiari di quegli incassi. In questo caso, quella vedova sarebbe una delle tante vittime di un’ istituzione, che pretendeva di essere al servizio di Dio.
Mons. Antonino Scarcione
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