……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
Testi: “…Ti benedica il Signore e ti custodisca…Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace…”. Nm 6,22-27 . “Dio abbia pietà di noi e ci benedica” Sal 66/67, 2.3.5-6.8 . “…Dio mandò il suo Figlio, nato da donna,…Perché ricevessimo l’ adozione a figli…Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio”. Gal 4,4-7 . “In quel tempo, (i pastori)…Riferirono ciò che del bambino era stato detto loro…Maria…Custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore…Gli fu messo nome Gasù, come era stato chiamato dall’angelo…” Lc 2,16-21.
Oggi, 1° gennaio 2016, ricorre la 49a Giornata Mondiale della Pace. Tema: “Vinci l’ indifferenza e conquista la pace”. Il breve commento, però, riguarda la liturgia odierna.

*”Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia”. Lo splendore del volto di Dio ci invita a cogliere in esso la bellezza e la bontà della vita e del creato. Dio è da sempre in atteggiamento di tenerezza e di misericordia. Egli manifesta la sua disposizione naturale a volerci bene in modo gratuito. Il credente, quindi, non affronta il tempo nell’ ansia o nell’ affanno.
* “Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. La pace “è la sintesi di tutto ciò che la benedizione opera nella vita dell’ uomo: prosperità, lavoro, fecondità e amicizia”. Sono i beni “per i quali l’ uomo è chiamato a lavorare e ad impegnarsi, ma è anche “dono che discende da Dio verso la sua creatura”. E’ un benessere che corrisponde all’ armonia con sé stesi, con gli altri, con il mondo ed ha come sorgente l’ armonia con Dio. Riservare cura a questa relazione, significa costruire la pace.
E’ la II Lettura che ci invita a cogliere questa novità: Dio ha mandato il suo figlio, per fare di noi dei figli. Noi, conseguentemente, non siamo più schiavi della legge, ma figli ed eredi. Una trasformazione profonda, che non avviene “magicamente”, ma per il lavoro misterioso dello Spirito.
-“Come i pastori”. Oggi, leggiamo lo stesso brano evangelico del Natale, anche se ritagliato in modo diverso, in un contesto diverso: il primo giorno dell’ anno civile e la festa di Maria, Madre di Dio. *Cosa hanno trovato i pastori quella notte ? Un segno: un neonato in fasce, in una culla di fortuna. Un bambino, una mamma e un papà. Un bambino, come tanti altri, bisognoso di tutto, fragile ed indifeso. Nessuna traccia, invece, di potere e di ricchezza. Eppure, proprio in questo modo, Dio parla. Un Dio, considerato lontano,che ora è così vicino.
* “Qual è la loro risposta ? Quale può essere la nostra ? “. Diversamente da quello che faranno i magi, i pastori sembrano solo vedere, osservare, riconoscere. E, poi, riferiscono quanto era stato detto loro. E trasmettono il loro stupore e la loro gioia. Siamo pronti anche noi, all’ inizio del nuovo anno, a fare come loro ? Pronti a vedere i segni che il Signore ci offrirà ? Pronti a riconoscerlo anche se si presenta in modo inconsueto. Pronti a trasmettere quello che abbiamo trovato e ad aprire la bocca nella lode e nel ringraziamento ? Noi corriamo il rischio di attendere il Signore dove non si presenta. Comunque, se avremo un cuore e una mente vigilanti, conosceremo lo stupore e la gioia e potremo rallegrarci dei doni che ci vengono fatti.

*Coltivare il silenzio della meditazione, per custodire le tessere di un mosaico, che non si può decifrare nell’ immediato.
*”Esercitare il confronto tra il passato e il presente, per cogliere il messaggio, che ci raggiunge attraverso la storia, a cui apparteniamo.
*Vegliare, cioè tenere gli occhi aperti, perché Dio continua a visitarci, quando e come vuole lui, per sentieri inusuali. Vegliare, per attingere alla saggezza e alla forza, che vengono da Dio, dalla sua parola e dai suoi testimoni.
Mons. Antonino Scarcione
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