Testi: “Così parla la Sapienza di Dio…Dall’eternità sono stata creata…Ero con Lui come artefice ed ero la sua delizia…Giocavo davanti a Lui in ogni istante…”Pr 8,22-31. “Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio…Ci vantiamo anche nelle tribolazioni…” Rm 5,1-5 .
“…Quando verrà Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità…” Gv 16,12-15.
Ogni celebrazione liturgica è, certamente, una grande professione di fede nel mistero della Trinità. Storicamente, una festa apposita è sorta, all’ inizio del secolo XI, nel monastero di Cluny. Successivamente, la sua diffusione popolare spinse Giovanni XXII, ad estenderla a tutta la Chiesa, fin dal 1334. A tal proposito, Giovanni Paolo II ci ha donato ben tre encicliche: “Dives in Misericordia” (sul Padre), “Redemptor hominis” (sul Figlio), “Dominum et vivificantem” (sullo Spirito Santo).
La riforma liturgica, operata dal Concilio Vaticano II, mette in evidenza, giustamente, nel I anno la figura del Padre, nel II quella del Figlio, nel III quella dello Spirito Santo. La liturgia odierna, puntualmente, ci offre un appello alla contemplazione del mistero trinitario. E’ una contemplazione che si caratterizza per la sua netta “storicità”. La Parola di Dio e tutta la Bibbia, in verità, non ci offrono una riflessione su “cosa sia” la Trinità, bensì, su “cosa faccia” la Trinità.

-“E’ dentro questa realtà che il Padre entra in comunione con noi, mediante i beni della giustificazione, indicati da Paolo”: la pace, l’ accesso al favore di Dio, la speranza della gloria di Dio, l’ amore di Dio, lo Spirito Santo, la riconciliazione. Questa è la promessa di Gesù ai suoi amici: se vi mettete su questo sentiero, Dio non vi lascerà soli. Da ciò deriva che la festa odierna è un annuncio: chi vuole diventare discepolo di Gesù, cerchi la forza o l’ appoggio in Dio, cioè, nel suo Spirito.
-“In questo itinerario, la vera domanda, che sta all’ inizio di ogni discorso, è Dio stesso” . Notiamo che Dio non è “una risposta”, bensì la domanda per eccellenza. Anzi, questa domanda deve stare all’ origine di ogni religione, di ogni fede, di ogni etica, di ogni estetica. Solo così ogni persona e la storia rivelano Dio. E’ facile, tuttavia, imbattersi nella constatazione, più o meno angosciante: alcune volte, “Dio sembra essere assente”. Non è Dio che si nasconde; sei tu che devi scoprirlo. Ce lo ricorda una famosa, antica, preghiera, contenuta nei “Salmi”: “Il tuo volto, Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto”. Un padre della Chiesa afferma: “Mosè cominciò a vedere Dio nella luce (da bambino); poi, entrò nella nube(da adolescente); alla fine, nella tenebra(da adulto); in seguito, parlò a Dio faccia a faccia”. E’, un po’, l’ itinerario, che ci viene chiesto dalla Trinità: passare, cioè, dal sentimento alla ragione e dalla ragione alla fede.
-“Testimoniare nella storia di oggi il mistero della Trinità, significa impegnarsi, affinchè l’ umanità diventi una grande famiglia dei figli di Dio”, dove siamo riconosciuti e rispettati nelle distinte dimensioni della nostra stessa dignità umana.
Mons. Antonino Scarcione
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