……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
Testi: “…Io ti ho unto re d’ Israele…Tu hai colpito di spada Uria l’ Ittita, hai preso in moglie la moglie sua…Davide disse a Natan: Ho peccato contro il Signore…” 2 Sam 12,7-10.13 . “…L’ uomo non è giustificato per le opere della legge, ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo…” Gal 2,16.19-21 .
“…Una donna, una peccatrice di quella città…Portò un vaso di profumo, stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime,…Li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo…Poi disse a lei…I tuoi peccati sono perdonati…La tua fede ti ha salvata…” Lc 7,36-50.
Peccato e perdono, queste le parole, che si rincorrono nella liturgia della domenica odierna. Sembrano l’ accoppiata vincente, in un contesto culturale come il nostro, nel quale appare impossibile “superare la colpa” attraverso il perdono. La “Prima Lettura” e il “Vangelo”, invece, “ribaltano” questa situazione; terminano, infatti, con una promessa di salvezza, dopo il peccato, con le incisive parole: “Tu non morirai” , “la tua fede ti ha salvata”, “va’ in pace”.

L’ “oremus”(=preghiamo) del Messale ci presenta una sintesi orante della liturgia della Parola. Indica, infatti, l’ itinerario dell’ incontro tra il peccato umano e l’ amore divino.
-“Il Signore non si stanca mai di usare misericordia”. L’ amore divino si china sull’ uomo bisognoso e sofferente. La sua principale manifestazione è quella del peccato. La misericordia divina prende concretamente l’ iniziativa per la riconciliazione del peccatore. Ci chiediamo, con Romano Guardini: “Perché Gesù parteggia con la peccatrice contro i farisei ?...Vuole rivelare all’ accusatore ciò che, di fatto, è: prigioniero di categorie arbitrarie di una società maligna, cattiva e cieca…Gesù cerca la persona e la sua giusta posizione davanti a Dio e si manifesta come unico Salvatore”.
-“Al Dio che si manifesta ricco di misericordia, l’ uomo può chieder il dono di un cuore penitente e fedele”. La comunità cristiana è sempre stata vista come “santa e peccatrice”. Promuove il bene e, contemporaneamente, si trova “inceppata” nel male; proclama la fraternità universale ed è, insieme, impoverita
da particolarismi meschini. Il cammino di conversione deve, quindi, coinvolgere la nostra vita. La vera religiosità è, certamente, dentro di noi: tocca il cuore e la mente.
-“Il cuore penitente e fedele è in grado di diffondere, lungo le strade del mondo, il messaggio evangelico di riconciliazione”. E’ proprio questa una delle emergenze del momento presente. Perdonare è diventato difficile, la violenza è tale, così strutturata, che il perdono rischia di passare per un favore al crimine e al suo incremento. Il cristiano, però, non si arrende. “Pensare ad una società fondata sul perdono è un’ eresia nella dialettica, ma può essere l’ inizio della rivoluzione” (E.Bloch). Il perdono, poi, dev’ essere assunto nella sua globalità. Perdonare, lo dice la parola stessa, è ”donare continuo”, “donare attraverso”, donare per”.

Mons. Antonino Scarcione
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