Non c’è pace per le ex province o liberi consorzi, che dir si voglia,
senza una identità. Il termine per le elezioni è slittato a dicembre,
mentre prima si era deciso per luglio.
L’Ars ha approvato il disegno di
legge con 40 voti a favore, 14 contrari e 1 astenuto. Il disegno di
legge rinvia le elezioni nei Liberi Consorzi di Comuni e Città
Metropolitane, gli enti hanno solo cambiato il nome ma la struttura è
rimasta uguale.
Durante la seduta all’ Ars è stato approvato un
emendamento che dilaziona il termine al 31 dicembre per le elezioni.
Quindi la patata bollente passa adesso alla prossima giunta regionale,
visto che il mandato di Crocetta scade ad ottobre.
Non poteva mancare
il commento del Comitato per lo sviluppo dell’area di Gela: “Questa
legislatura regionale passerà alla storia come la più incapace a
produrre riforme. Nuovo rinvio per le elezioni dei Liberi Consorzi e
Città Metropolitane con le elezioni potranno tenersi tra una domenica
compresa tra il 31 luglio ed il 31 dicembre 2017.

Come se non bastasse, a questo scandalo se ne aggiunge, in quanto
immediatamente e direttamente collegato, un altro scandalo ancor più
grande: e cioè, le variazioni territoriali.
L’intera (pseudo) riforma, infatti, è stata gestita solo
politicamente, lasciando i cittadini in balia delle decisioni
assembleari nel caos più totale. Sono nate le Città Metropolitane,
costituite dai Liberi Consorzi che null’altro sono se non le ex province
di Palermo, Catania e Messina, le quali cambiano solamente
denominazione.
I Liberi Consorzi esistevano già prima, dal 1986, sotto
l’egida di “province regionali“. “Liberi” lo sono solo a parole, giacché
nei fatti sono coatti. L’unica vera novità di questa riforma, sono le
variazioni territoriali, che i comitati promotori, che lavorano da
oltre 11 anni all’iniziativa, hanno “strappato con i denti” ad una
Assemblea protesa alla salvaguardia dei giardini elettorali.
Due
passaggi consiliari e un referendum per comune, le prove da sostenere,
non come in una gara sportiva dove stabilite le regole, chi vince viene
premiato, ma come una sporca lotta senza regole, dove chi cerca di
raggiungere l’obiettivo ha tutti contro, compresi i giudici di gara.
Nonostante tutto, centrato in pieno l’obiettivo… dobbiamo ancora
attendere l’approvazione dei DDL che l’ARS si è rifiutato di esaminare e
continua vigliaccamente a farlo.
L’unica novità dicevamo, perché è l’unica parte della riforma dove il
popolo aggiunge la sua firma, dove l’apice di una democrazia è
caratterizzata dall’ascolto della voce del popolo. Ma in Sicilia, forse a
causa di millenni di dominazioni, il popolo è soltanto oggetto del
contendere e non parte dominante del cambiamento. Cambiamento che non
può avvenire se non si ascolta il popolo.

Mediteremo certamente sul da farsi, ma possiamo sin d’ora annunciare
che non rinunceremo mai a ciò che i nostri concittadini hanno fortemente
scelto. Se tocca a noi cittadini ripristinare la legalità in Sicilia,
siamo pronti a farlo. I nostri avi hanno lottato per gli ideali e la
libertà, non permetteremo a poche decine di siciliani di tradire le
attese del popolo.
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