Testi: “Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni” At 2,14.22-33 .
“Voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti” I Pt 1,17-21 .
“Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero” Lc 24,13-35.
La strada di Emmaus “racconta” un cammino di delusione e un sogno, in cui i due discepoli avevano creduto fortemente. Esso, invece, sembra che sia definitivamente naufragato. Quel sentiero “riferisce”, altresì, che Dio ci viene incontro, non necessariamente, in chiesa, ma nei luoghi della vita, nei volti e nei piccoli gesti quotidiani, come, opportunamente, afferma E.Ronchi.
I discepoli hanno lasciato Gerusalemme. Ormai, tutto sembra finito. Mentre, un Altro, uno sconosciuto, si avvicina ed appare disponibile all’ ascolto lungo la via.

I due, ascoltando, scoprono una grande verità: che, cioè, c’ è la mano di Dio posata sulla croce, proprio là, dove sembrava impossibile. Questo è il primo miracolo, che si compie lungo il cammino. Essi stessi affermano: “Non ci bruciava forse il cuore, mentre ci spiegava le Scritture ? Notiamo che trasmettere la fede, non è solo insegnare il catechismo. E’ proprio accendere i cuori e “contagiarli di calore e di passione”. Infatti, dal cuore dei due famosi pellegrini escono le parole, che sono rimaste tra le più belle del vangelo: “Resta con noi, Signore, perché si fa sera”. Resta con noi, quando la sera scende nel cuore, alla fine della giornata e alla fine della vita.
Lo riconobbero dal suo gesto inconfondibile, spezzare il pane e donarlo. Proprio in quel momento, Gesù scompare. Come dice, letteralmente, il vangelo, divenne invisibile. Non andò via, altrove, è diventato invisibile, continuando ad essere ancora con loro. Egli è sulla nostra stessa strada, come afferma G.Ungaretti: “Cielo, che prepara oasi ai nomadi d’ amore”.
Mons. Antonino Scarcione
Nessun commento:
Posta un commento