Testi: “Io sono la salvezza del mio popolo” Is 55,6-9 .
“Per me vivere è Cristo” Fil 1,20c-24.27a .
“Tu sei invidioso perché io sono buono ? “ Mt 20,1-16.
Vediamo che, come in questo caso, il Vangelo è pieno di vigne e di viti. La vigna è, certamente, il campo più amato. Infatti, il contadino investe là più lavoro e più passione e trova gioia e fatica, sudore e poesia. Vigna di Dio e suoi operai siamo noi. Un padrone esce all’ alba in cerca di lavoratori e lo farà per ben cinque volte. “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza fare niente ? Notiamo che quel padrone si interessa di quegli uomini, molto di più della vigna. Osserva: siete seduti qui, “senza fare niente”. Perchè il lavoro conferisce dignità all’ uomo. Successivamente, ecco il cuore della parabola: il momento della paga. Primo gesto “contromano”: il protagonista della parabola comincia dagli ultimi, quelli che hanno lavorato un’ ora semplicemente. Secondo gesto, egli va “contro logica”: paga un’ ora soltanto di lavoro, quanto un’ intera giornata.

Egli mette “l’ uomo prima del mercato”, quindi, “il mio bisogno prima dei miei meriti”. Quale vantaggio c’ è, allora, ad essere operai della prima ora ? Il vantaggio è quello di aver dato di più alla vita, di aver fatto fruttificare di più la terra, di aver reso più bella la vigna del mondo.
“Ti dispiace che io sia buono ?” No, Signore, non mi dispiace, perché “l’ operaio dell’ ultima ora” sono proprio io.
Mons. Antonino Scarcione
Nessun commento:
Posta un commento