Testi: “La donna perfetta. Modello di sapienza e preziosa più di tutte le perle” Pr 31,10-13.19-20.30-31 .
“Il giorno del Signore sarà come un ladro nella notte” 1Ts 5,1-6 . Mt 25,14-30 .
“Prendi parte alla gioia del tuo Signore” Mt 25,14-30.
Il Vangelo si caratterizza per una teologia semplice, appunto, la teologia del seme e del lievito. A noi spetta il lavoro paziente di coloro che hanno cura dei germogli e dei talenti. Vediamo che la parabola dei talenti contiene l’ esortazione ad avere più paura di restare inerti (come il terzo servo), anzicchè di sbagliare. La paura ci rende perdenti: quante volte abbiamo rinunciato a vincere, solo per il timore di essere sconfitti. La pedagogia del Vangelo ci invita, invece, a fare tre passi fondamentali per la nostra crescita: 1) non aver paura; 2) non fare paura; 3) liberare dalla paura. Soprattutto, liberare dalla madre di tutte le paure, cioè,dalla paura di Dio.

Non vi è nessun richiamo al capitalismo della quantità. Infatti colui che consegna dieci talenti, non risulta essere più bravo di quello che ne riporta quattro. Non c’ è una cifra ideale da raggiungere; c’ è da camminare con fedeltà a te stesso, a ciò che hai ricevuto, a ciò che sai fare, fedele alla tua verità. Certamente, le “bilance di Dio” non sono quantitative, ma qualitative.
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Talento |
Notiamo che dentro la metafora dei talenti non ci sono soltanto i doni dell’ intelligenza, del cuore, del carattere o le mie capacità. Vi anche la madre terra e tutte le creature, messe sulla mia strada, esse sono un dono per me. Ognuno è talento di Dio per gli altri.
Bellissima, in fine, appare la nuova formula del matrimonio: “Io accolgo te, come mio talento, come il regalo più bello, che Dio mi abbia fatto”. Lo può dire lo sposo alla sposa, l’ amico all’ amico. Sei tu il mio talento. Il mio impegno sarà quello di prendermi cura di te, di aiutarti a fiorire nel tempo e nell’ eternità.
Mons. Antonino Scarcione
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